Da S. Stefano Belbo, ci scrive Giovanni Bosco, presidente del Coordinamento Terre del Moscato: «In questi giorni registriamo nel campo del Moscato una discussione che, per molti, è fuori luogo; per altri, è controproducente; per altri ancora, è ridicola. Per noi del Ctm è molto importante.
Quantità o qualità? Meglio la quantità o la qualità? Noi non prendiamo posizione in quanto crediamo debbano essere i contadini a decidere per il loro futuro. Noi facciamo alcune riflessioni.
L’argomento del contendere sarebbe la ‘moscatomania’ che sta investendo tutto il mondo.
Si stanno registrando incrementi per il Moscato, sopra il 30%. E i mercati sono invasi da moscati che provengono da ogni parte del mondo.
Ma a che prezzi vengono venduti? Siamo certi che, andando dietro alla concorrenza, aumentando le rese per ettaro, i prezzi delle uve Moscato non scendano? La concorrenza vende le bottiglie a non più di un euro e mezzo.
Vendendo ad un euro e mezzo a bottiglia, non si può pagare l’uva più di 75 cent. al chilo (attualmente è a 96 centesimi con un reddito ad ettaro sui 10 mila euro).
Aumentando le rese a 120 q.li per ettaro e diminuendo il prezzo, il reddito per ettaro non varierebbe di molto (aumenterebbe solo il lavoro).
Ma che fine farebbero i vigneti dei sorì dove la produzione in media non supera i 100 q.li per ettaro? Il loro reddito diminuirebbe di molto. Siamo sicuri che i contadini continuerebbero a spaccarsi la schiena?
Vendere i diritti oggi rende bene, oltre 30 mila euro ad ettaro e… averne!
Bisogna però estirpare i vigneti alla faccia dell’Unesco. Senza più le radici delle vigne, frane a iosa. Un grosso problema che deve investire non solamente i diretti interessati, ma anche e soprattutto i sindaci del territorio (anche per questo nel 1999 noi dei Cobas ci battemmo per la nascita dell’Associazione dei Comuni del Moscato).
Noi del CTM non possiamo fare molto, siamo solamente un movimento d’opinione e come tali confidiamo nella saggezza dei diretti interessati, ovviamente coinvolgendo sull’argomento Legambiente e Protezione civile e ricordando a tutti la saggezza dei nostri vecchi: ‘Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca’.
Buone Feste con un buon Moscato d’Asti!»