>> Movimento 5 stelle: fallimento pilotato del caseificio Merlo

Davide Bono e Fabrizio Biolè del MoVimento 5 Stelle Piemonte scrivono: “Ennesimo caso di fallimento pilotato in Italia. Questa volta colpisce il caseificio Merlo di Terzo d’Acqui, in provincia di Alessandria.

Due anni fa già in crisi venne pilotato l’acquisto da parte dellla famiglia Pagella (in tal caso la figlia perchè il padre era già reduce dai default del biscottificio Accornero-Campiello e in seguito della cicli Girardengo). Esperienza nel settore zero. Un curriculum familiare perfetto.

Dopo due anni i 39 dipendenti si trovano senza più commesse e con un debito di 4 milioni di euro e ora presidiano da mesi l’azienda in una tenda all’esterno. Il rischio concreto è di far fallire l’azienda e venderla ad un prezzo irrisorio a terzi. Chi potrebbe infatti rilevare l’azienda e dare futuro sia ai lavoratori che ai prodotti e le competenze espresse dal caseificio con tale debito sulle spalle? Può la politica garantire che il debito venga fatto pagare a chi l’ha prodotto e non ai contribuenti?

Noi come movimento 5 stelle proporremo all’assessore Porchietto e Giordano la creazione di un progetto di “adozione delle piccole-medie aziende in crisi”  affinchè si ponga fine alla speculazione dei professionisti del fallimento e si ritorni a creare benessere e non solo PIL.”

La Merlo, società a responsabilità limitata, nacque nel luglio 2008 in uno studio notarile di Acqui Terme con capitale sociale di 20.000,00 euro così suddiviso: il 50% in capo alla Società Agricola Cà dei Mandorli srl, (attività prevalente “conduzione di terreni”). Il 40% in capo ad una azienda estera, la Gruenbargli Holding, società anonima, domiciliata in Svizzera presso il Centro Aeronautico di Larino ed il restante 10% equamente suddiviso tra le signore Monica e Valentina Pagella, a titolo privato.

L’epilogo, purtroppo, è noto: la cassa integrazione scaduta lo scorso novembre, il malfunzionamento del depuratore, i mancati investimenti per rinnovare le strutture produttive, i tentennamenti delle banche ecc. Una quarantina di famiglie vede avvicinarsi lo spettro del lavoro che va in fumo.

Lo scorso 31 agosto, un professionista di Segrate assunse l’incarico di liquidatore e fece compiere alla società l’ultimo viaggio, questa volta verso Milano. Chi ne ha tratto profitto? Non certo la Merlo srl che ha acquistato il ramo d’azienda e dopo un anno lo ha messo in liquidazione.