«Brindiamo con l’Asti Spumante, simbolo della nostra storia e risorsa per il futuro». L’Astigiano brinda al 2011 con calici di Asti spumante docg, simbolo di un passato che è risorsa importante per il futuro.
L’idea di donare una bottiglia di Asti Spumante a ciascuno dei 118 sindaci dell’Astigiano è venuta alla Comunità Collinare “Tra Langa e Monferrato”, nell’ambito del progetto che ricorda la nascita dello spumante italiano, 150 anni fa, in concomitanza con l’Unità d’Italia.
L’iniziativa, il cui logo è stato progettato e realizzato dal grafico canellese Giancarlo Ferraris, prende le mosse dalla nascita del primo spumante d’Italia, avvenuta a metà del XIX secolo nelle Cantine di Casa Gancia, e si allarga a tutto quello che ne è seguito, dallo sviluppo della spumatizzazione e di altre importanti tecniche di raccolta e trasformazione delle uve poi adottate in tutto il mondo, fino all’invenzione di macchine e sistemi tecnologici per la vinificazione, cioè la nascita del comparto di enomeccanica che ancora oggi riveste posizioni leader a livello internazionale rappresentando un patrimonio inestimabile di occupazione e ricerca tecnologica.
Giovanni Borriero, sindaco di Costigliole d’Asti e presidente della Comunità, il suo vice presidente Marco Violardo, primo cittadino di Castagnole Lanze, insieme a colleghi sindaci Marco Gabusi (Canelli), Giovanni Scagliola (San Marzano Oliveto), Giuseppe Ugonia (Calosso), Fabio Carosso (Coazzolo), Marco Curto (Montegrosso d’Asti) e Maurizio Bologna (Moasca), hanno, infatti, deciso di donare una bottiglia di Asti spumante docg ai 118 Comuni dell’Astigiano. Le confezioni sono state messe a disposizione dal Consorzio di Tutela dell’Asti presieduto da Paolo Ricagno,
Con questo spirito e attraverso il progetto che ricorda la nascita del primo spumante italiano avvenuta a Canelli 150 anni fa in concomitanza con l’Unità d’Italia, i sindaci della Comunità collinare “Tra Langa e Monferrato” intendono celebrare i vini del territorio.
«È il nostro modo – hanno spiegato – per ricordare lo spumante ottenuto con le uve di moscato bianco, coltivate unicamente nei Comuni tra Astigiano, Alessandrino e Cuneese, e che ha un ruolo di assoluto protagonista, non solo nel quadro economico della nostra provincia, ma anche per quanto riguarda il tessuto sociale, il patrimonio storico e culturale dell’intero Piemonte. Il nostro desiderio – hanno dichiarato – è che nei Comuni astigiani, in vista delle feste di fine anno, si brindi con un calice di Asti docg. Sarebbe un segno fortissimo di appartenenza alla nostra terra e a quei prodotti, spumante in testa, che la rappresentano con eccellenza nei cinque Continenti».
Dichiarazioni, queste, che si collegano direttamente al progetto della Comunità collinare avviato già quest’anno e intitolato “La nascita dello spumante italiano”.
Di questi argomenti si è parlato e si parlerà ancora nell’ambito di convegni e incontri ad altissimo livello organizzati dalla Comunità collinare.
I temi per il 2011 saranno lo sviluppo dell’industria e le trasformazioni agrarie (data prevista: marzo 2011) e la nascita della cooperazione enologica e le prime lotte contadine nella terra dello spumante (ottobre 2011).
Resta il dato di fatto dell’assoluta rilevanza economica delle bollicine dolci astigiane, confermato dagli ultimi dati forniti dal Consorzio di Tutela dell’Asti, Le previsioni di vendita per il 2010, infatti, indicano che tra Asti spumante e Moscato “tappo raso” entro il 31 dicembre saranno vendute poco meno di 100 milioni di bottiglie. «Il che avrà un’indubbia ricaduta benefica sull’economia del Sud Artigiano e di tutta la provincia» annotano Borriero e i suoi colleghi sindaci.
Tornando al progetto “Nascita dello spumante” da segnalare l’allestimento, nelle sale del Castello di Costigliole, della mostra “I documenti raccontano: immagini e suggestioni dagli archivi del territorio”. Si tratta di un itinerario di documenti storici che percorre tutta la produzione dello spumante, partendo dalla vendemmia, passando attraverso la lavorazione in cantina, l’imbottigliamento e la “rèclame” dei prodotti con affiches d’epoca che testimoniano la bellezza artistica delle prime campagne pubblicitarie incentrate su quello che allora veniva chiamato lo “Champagne di Canelli”.
L’allestimento è stato curato da Giancarlo Ferraris in collaborazione con Patrizia Cirio, ricercatrice ed esperta di storia dell’industria. L’esposizione rimarrà aperta fino alla primavera del 2011, possibili visite su prenotazioni. La Comunità, inoltre, ha pure predisposto un servizio bus per le scuole che vorranno visitare la mostra.
Info: tel: 0141961850 – 0141820259