>> La Gancia seduce la Russia. Riduzioni dell’organico prossime?

Nella mattinata di giovedì 15 dicembre, nella sede canellese dell’azienda vinicola Gancia, tra le etichette più note delle bollicine italiane, avrà luogo una conferenza stampa, annunciata dall’amministratore delegato Paolo Fontana. per illustrare il nuovo accordo commerciale tra l’azienda canellese Gancia e il magnate della vodka e proprietario della Standard Bank in Russia Roustam Tariko, recentemente divenuto il cui più grande azionista della polacca Cedc (che vende già prodotti Gancia). E Vallibbt News aveva colto, con largo anticipo, i chiari segnali di questa novità.

La produzione Gancia negli ultimi mesi ha suscitato crescente interesse sia sul mercato italiano che su quello estero, soprattutto sul fronte dei ‘nuovi ricchi’, in particolare verso la gamma dei Metodi Classici e il vermouth Gancia.
Nel mese di ottobre, non sono sfuggite alla curiosità dei canellesi alcune ‘incursioni’ nel canellese, in elicottero e in Limusin, di personalità russe accolte con tutti gli onori, compreso pranzo tipico ai tartufi nel Club, insieme agli azionisti.

E tra loro è stato notato il magnate Roustam Tariko, che parla bene l’italiano, apprezza la cucina locale ed è assiduo frequentatore della Costa Smeralda.
A conferma dell’improvvisa evoluzione della situazione e del maturare dell’accordo, le sempre più frequenti e impegnative riunioni dei revisori dei conti e, a coronamento dell’opera, l’incontro insolito tra tutti i componenti della famiglia Gancia domenica 11 dicembre.

 Ma i vertici Gancia non si sono pronunciati fino a questo momento. Non hanno confermato né smentito la quota societaria del 52% con cui il magnate russo entrerebbe con passo deciso nella società, con un investimento valutato in circa 150 milioni di euro secondo il quotidiano russo “Kommersant”.

Dalla conferenza stampa di dopodomani verranno indicazioni precise sia sulla quantità delle azioni acquistate, sia sull’importo e sulle modalità della transazione, ma anche indicazioni sul nuovo orizzonte della Casa spumantiera che, caratterizzata per tanto tempo da una gestione familiare (sei generazioni), si è progressivamente  orientata verso un allargamento societario e commerciale, come prova anche il progetto per la realizzazione di un residence con 30/40 stanze, nella parte dell’azienda che si affaccia sulla ferrovia e i prossimi lavori del ‘Wine bar Gancia’ che dovrebbero decollare in primavera, con le autorizzazioni del Comune e dell’Asl.

Il che farebbe pensare ad un rilancio esponenziale dell’azienda. Tuttavia desta qualche apprensione la voce, non ufficiale, di ridimensionamento dell’organico di una decina di unità nella prossima primavera (attualmente l’azienda conta un centinaio di dipendenti) e di altrettante unità nel 2013.
Recentemente l’azienda ha ceduto il marchio Conte di Mirafiore al patron di Eataly Oscar Farinetti che lo ha ricondotto nell’ambito  dei Tenimenti di Fontanafredda, da lui rilevati dal Montepaschi di Siena. Anche le tenute agricole dei Vallarino che avevano impegnato la Gancia sul fronte dei vini rossi dal Barolo, alla Barbera all’Albarossa, erano state disinvestite.

Un pezzo di storia che se ne va. Tutto ebbe origine dal capostipite Carlo Gancia che, primo in Italia, mise a punto nel 1851 un sistema di spumantizzazione simile a quello appreso in Francia, nelle cantine dello Champagne.
Il successo fu enorme e la Gancia divenne capofila dello  sviluppo industriale spumantiero italiano.

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