A Giovanni Minetti l’incarico di un nuovo progetto “virtuoso” Giulio Porzio è stato riconfermato presidente di Vignaioli Piemontesi. Lo ha deciso il nuovo Consiglio di amministrazione che gli ha rinnovato la fiducia per altri tre anni. Viticoltore di Rocchetta Tanaro (Asti), 45 anni, Porzio guida la Vignaioli Piemontesi dal 1997.
E’ la più grande organizzazione di produttori vitivinicoli d’Italia, riconosciuta dall’Unione europea: 41 cantine cooperative (con 6.680 aziende vitivinicole rappresentate) e 397 aziende individuali. Per un totale di 438 soci e circa 7100 aziende che rappresentano una produzione di 850.000 ettolitri, ovvero il 30% del vino piemontese. Ha sede a Castagnito, tra Asti e Alba.
Nominati anche i due vice presidenti: Claudio Negrino, presidente Cantina Nuova Alice di Alice Bel Colle e Giovanni Bracco, presidente Cantina di Clavesana. Con loro, nel nuovo Consiglio siedono altri 14 consiglieri in rappresentanza del mondo cooperativo del Piemonte: Eugenio Arlunno (Ghemme), Paolo Boffa (Terre del Barolo), Franco Bussi (Cantina Nizza Monferrato), Antonino Casalinuovo (Cantina Tortona), Elio Demaria (Cantina Sei Castelli Agliano Terme), Valerio Falletti (Canale), Lorenzo Giordano (Cantina Vinchio e Vaglio Serra), Celestino Icardi (Cantina Tresecoli Mombaruzzo), Marcello Maggiora (Cantina Castagnole Monferrato), Italo Ollearo (Enoteca La Serra, Piverone), Michele Penna (Produttori Govone), Carlo Ricagni (presidente Cia Alessandria), Stefano Ricagno (Castel Rocchero) e Claudio Rivoira (Cantina Terre del Pinerolese). Faranno parte del nuovo collegio dei revisori il presidente Carlo Durando (Confcooperative), Terenzio Ravotto (Coldiretti) e Marco Viazzi (Confagricoltura). Sindaci supplenti: Cristina Patelli (Cia) e Giuseppe Vico.
“Il Piemonte ha candidato i suoi vigneti all’Unesco, io candiderei anche i nostri viticoltori – dice il presidente Giulio Porzio – Sono loro i proprietari della vigna e il nostro patrimonio da difendere. E’ ora che siano loro a decidere che scelte fare e come farle davanti alle nuove sfide imposte dai mercati in Italia e all’estero. La crisi si supera mettendoci faccia e coraggio ma sempre in squadra, mai in ordine sparso”. E’ la strada scelta dalla Vignaioli Piemontesi: “Oltre ai servizi tecnici e amministrativi, ora la Vignaioli Piemontesi ha un volto commerciale e uno promozionale.
In pochi anni siamo riusciti a riportare la Barbera nella grande distribuzione tedesca e, da quattro anni, portiamo avanti un progetto sul vino sfuso: nel 2012 abbiamo già venduto oltre 54 mila ettolitri di sfuso, pari a un valore che supera i 6 milioni di euro, arrivando a convincere anche i consumatori in Norvegia. Ora scommettiamo sul vino in bottiglia”.
In questa direzione va la scelta di affidare all’albese Giovanni Minetti la realizzazione di un nuovo progetto che, partendo dal vigneto, attraverso un percorso virtuoso arriverà alla bottiglia. Il progetto prevede la creazione e il lancio di un nuovo marchio e la messa a punto di una strategia commerciale declinata soprattutto per il mercato estero, e interesserà alcune delle realtà più dinamiche del mondo Vignaioli.
La Vignaioli Piemontesi è anche capofila di una serie di azioni promozionali per promuovere il vino piemontese sui mercati esteri, in Europa e nel mondo. Nel 2012 sono stati investiti oltre un milione 800 mila euro finanziati dall’Ocm vino. Tra i Paesi interessati, Usa, Canada, Cina e Giappone.
La Vignaioli Piemontesi in numeri
438 soci e circa 7100 aziende di cui: 41 cantine cooperative con 6.680 aziende vitivinicole rappresentate, 397 aziende individuali rappresentano una produzione di 850.000 ettolitri, ovvero il 30% del vino piemontese, 15 dipendenti, 6 milioni di euro di vino sfuso commercializzato, 1,8 milioni di euro investiti in promozione.