‘Monumenti aperti’ approda in Piemonte, a S. Stefano Belbo

PAVESEPer la prima volta nella sua storia, Monumenti aperti (nata nel 1997 dall’intuizione di un gruppo di universitari di Cagliari) esce dai confini regionali della Sardegna aprendosi al circuito nazionale. Il paese di Santo Stefano Belbo, in provincia di Cuneo, ha infatti adottato la manifestazione che si terrà sabato 24 e domenica 25 maggio con un programma di visite guidate e iniziative collaterali dedicate sia alla figura di Cesare Pavese, il grande scrittore piemontese che qui nacque nel 1908, sia all’alluvione che si abbatté sul territorio nel 1994 e di cui, dunque, ricorre quest’anno il ventennale. La partecipazione del Comune piemontese alla diciottesima edizione di Monumenti Aperti (organizzata dalla onlus Imago Mundi) è frutto della volontà dell’Amministrazione comunale, della Fondazione “Cesare Pavese” e delle Scuole dell’infanzia, scuole primarie e scuola secondaria di primo grado dell’istituto comprensivo “C. Pavese”.

Sabato 24 maggio, con inizio alle ore 17, negli spazi della Fondazione Pavese, si terrà la cerimonia inaugurale alla quale parteciperanno tutti gli studenti coinvolti e le istituzioni pubbliche e private che sostengono la manifestazione. I monumenti saranno visitabili gratuitamente domenica 25 maggio dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00 quando quasi duecento studenti della primaria e delle medie, attraverso la storia da loro creata per l’occasione insieme allo scrittore Luigi Dal Cin, diventeranno le specialissime guide che racconteranno i monumenti e le opere d’arte del loro comune, rendendo, in questo modo, godibile e accattivante per tutti il prezioso patrimonio artistico e storico del loro comune.

Dal Cin, autore di oltre 90 libri per ragazzi e Premio Andersen 2013, sarà anche protagonista di uno spettacolo ispirato alla narrazione della bellezza ed in particolare alla figura di Pavese e ai suoi luoghi del cuore colpiti dall’alluvione del ’94, che si terrà sabato 24 maggio nel corso della cerimonia inaugurale.

Nelle parole del Sindaco, Luigi Genesio Icardi un grande entusiasmo per Monumenti aperti che considera: un’occasione per riscoprire la nostra identità, il nostro forte legame con la Terra che ci ha dato i natali, e farlo con la voce delle nuove generazioni, dei nostri figli, delle persone che saranno i testimoni, nei prossimi anni, delle bellezze che le nostre colline sanno ancora offrire. L’Assessore alla cultura, Barbara Gatti, sottolinea come nel ventennale dell’alluvione del 1994 sia interessante vedere i bambini ed i ragazzi, che naturalmente non hanno vissuto quell’esperienza, confrontarsi con le testimonianze ed i ricordi dei più grandi. Ugo Rapetti, Dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Cesare Pavese”, mette in risalto il lavoro svolto da insegnanti e alunni che, in collaborazione con lo scrittore Luigi dal Cin, hanno raccolto testimonianze, realizzato racconti ed elaborato grafici.

Particolarmente impegnata nell’organizzazione della manifestazione a Santo Stefano Belbo è naturalmente la Fondazione Cesare Pavese, che per voce del suo direttore Pierluigi Vaccaneo dice: Avvicinare i giovani alla storia della propria Terra di origine e farlo intrecciando profondamente queste tematiche a quelle narrate da uno scrittore riconosciuto in tutto il mondo come Pavese, oltre ad essere un’opportunità unica, significa compiere una potente operazione di riappropriazione e salvaguardia del territorio.

A Santo Stefano Belbo tutto ricorda il grande scrittore ed i suoi romanzi: dalla casa natale, alla casa di Nuto (ora museo interattivo), alla Chiesa sconsacrata dei Santi Giacomo e Cristoforo (dove nel 1908 è stato battezzato lo scrittore), facente parte del complesso in cui ha sede dal 2000 la Fondazione Cesare Pavese con il Museo pavesiano (con i libri appartenuti allo scrittore, alcune prime edizioni autografe delle sue opere, varie traduzioni sempre in prima edizione, copie di manoscritti, le sue due pipe, la penna, ma soprattutto la copia originale dei Dialoghi con Leucò su cui Pavese ha vergato l’ultima frase prima di morire: “Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi”).

Ma anche i due monumenti legati al territorio: il torrente Belbo nelle cui acque allora immacolate si andava a pescare e a fare il bagno e che separa nettamente le due colline di Gaminella e del Salto, insieme alla collina di Moncucco che domina tutta la valle del Belbo e da cui il 4 agosto di ogni anno parte il segnale per l’accensione dei falò.

Infine, per osservare i segni lasciati dall’alluvione del ’94, sarà visitabile la Cappella della Madonna delle rose eretta dai padri benedettini e ampliata nel 1908.
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