Nel corso di una ispezione i Nas avrebbero sequestrato 24mila bottiglie di vino spumante stivate in un locale abusivo e poco igienico in una storica azienda vinicola del Sud Astigiano (qualche anno fa rilevata da una nuova proprietà storicamente legata al mondo del vino), famosa anche per spot nazionali, commercializzato o in procinto di esserlo.
I Nas avrebbero elevato due infrazioni: una amministativa per l’etichettatura che non risponderebbe al vero “per 5 generazioni abbiamo prodotto orgogliosamente spumante con uve sceltissime locali”; un’altra per “frode in commercio” perché le uve avrebbero poco o nulla di “sceltissime locali”, provenendo anche dalla Spagna.
“Sono a mio modo di vedere – commenta Enrico Cavallero consigliere comunale di Costigliole e Presidente del consorzio Costigliole d’Asti – un segnale preoccupante della confusione e dei loschi affari che circondano il mondo del vino. Come tanti, sono figlio di una generazione di contadini e viticoltori che vinificando in maniera genuina e per decenni hanno tratto dal vino la propria fonte di reddito.
Non bisogna dimenticare lo scandalo del metanolo che anni fa ha danneggiato non solo centinaia di piccole aziende, ma ha svilito l’immagine del nostro vino nel mondo intero costruita a fatica da migliaia di produttori onesti, una situazione difficile, sono occorsi anni per far ripartire un mercato compromesso da imprenditori senza scrupoli. Credo che poco in questi anni sia cambiato e quello che è emerso sia solo la punta di un iceberg ancora tutto da scoprire.
I nostri vigneti, tra l’altro candidati a diventare patrimonio Unesco, devono tornare ad essere sinonimo di tracciabilità e sicurezza alimentare sede di piccole aziende di produttori irreprensibili che producono da sempre vini di eccellente qualità. Con questa nuova vicenda è arrivato il momento di dire basta invitando gli enti preposti a non perdere ulteriore tempo in chiacchiere e buoni propositi.
Si muovano senza perdere ulteriore tempo, prendano una netta posizione a tutela dei nostri viticoltori e insieme a loro si pianifichino azioni a tutela dell’immagine del vino diventato purtroppo per noi l’ unico motore della nostra economia ; in modo che l’agricoltura possa tornare a creare benessere e occupazione . Si scenda in piazza in maniera compatta e responsabile a fianco dei piccoli produttori e non solo per tutelare certi industriali del settore come fatto nei mesi scorsi, evitando carnevalate dannose e controproducenti come quella di regalare il vino in piazza. Si controlli la tracciabilità delle centinaia di tonnellate di vino che ogni giorno arrivano nelle nostre aziende dall’Italia e dai paesi esteri. Non prendere posizione contro questi eventi è abusare troppo della pazienza dei nostri contadini, ma soprattutto è cedere a certe lobby del mercato che non possono penalizzare ulteriormente i produttori onesti.”