>> La “Vignaioli di Canelli” conquista il Vinitaly 2010

La Cantina sociale di Canelli (aderente Confcooperative Asti), uno dei più antichi enopoli piemontesi (1933), brinda al successo del Vinitaly appena concluso. Degna portavoce della “capitale dello spumante” – cioè di una Canelli che si identifica in una tradizione produttiva che unisce la storia del territorio alla sua crescita economica – la “Vignaioli di Canelli” ha chiuso l’edizione 2010 del Vinitaly con grandi risultati in termini di promozione e marketing internazionale.

125mila presenze registrate dall’eno-salone internazionale di Verona con un aumento significativo (4,4%) di afflusso straniero, dato che segna l’interesse di nuovi mercati verso il prodotto enologico italiano.

Uno stand affollato fin dalle prime ore del Vinitaly, quello della Cantina di Canelli, dove le bollicine hanno solleticato la curiosità e smosso gli apprezzamenti di diverse delegazioni straniere, oltre altre ad animare un brindisi alla cooperazione enologica tra il presidente Roberto Marmo e i vertici di Confcooperative Asti, Mario Sacco e Pietro Cavallero.

Centinaia di degustazioni e contatti per promuovere al meglio il futuro della cooperazione vitivinicola e agroalimentare:  il mercato di prossimità, quello nazionale e la sfida internazionale.  Un panorama diffuso che, all’importanza e all’autenticità della vendita diretta (da sempre “alfiere” della filosofia delle cantine sociali) abbina un nuovo dialogo con la gdo, eliminando le barriere di esclusività tra la commercializzazione “in loco” e quella nelle catene di supermercati.

Difatti, anche se la grande distribuzione resta il principale riferimento per rifornire la cantina domestica (49% degli eno-acquisti su scala nazionale – dati Nonisma 2010), gli italiani apprezzano molto la possibilità di comprare direttamente dal produttore; di suo, l’azienda vitivinicola cooperativa viene poi prediletta dal consumatore sia per lo stretto legame col territorio, sia per la garanzia di qualità del prodotto.

Difatti la dispensa della cantina sociale moderna si allarga, e abbraccia anche le altre tipicità locali giocando sugli abbinamenti vino-cibo e su un percorso di educazione all’acquisto combinato. Questo forte legame con il visitatore ha caratterizzato l’inaugurazione di una nuova identità per i maggiori enopoli del nostro territorio, divenuti a tutti gli effetti “location” destinate ad ospitare rassegne ed eventi in cui il vino resta sempre e comunque il core-business, ma fa cultura. 

In questa prospettiva s’inserisce bene il lavoro sull’innovazione, sulla qualità e sulla promozione dell’export portato avanti dalla realtà cooperativa canellese con già evidenti risultati.

Pertanto, per l’enopolio canellese, il valore aggiunto del dopo-Vinitaly sarà sicuramente quello di aver dato all’agricoltura l’immagine di un settore-pilastro dell’economia locale, riaffermando con orgoglio la solidità del sistema vino e del suo indotto.

, , ,