Vendemmia decisamente non facile, quest’anno, quando “anche l’uva fragola contrae la malattia”. Certamente sarà fondamentale il ruolo dell’enologo per salvaguardare per quanto possibile i caratteri organolettici del futuro vino.
I commenti sull’andamento climatico dell’anno si sprecano. “Avremmo bisogno di caldo, di sole e, almeno, di un po’ di vento” è la voce ricorrente. Intanto le uve Moscato hanno cominciato ad essere raccolte, comunque, da lunedì 26 agosto.
Piero Montaldo, 62 anni, di Canelli, presidente di Unci Coldiretti Piemonte, l’Associazione delle cooperative agricole e di trasformazione agroindustriale che opera per una filiera agricola tutta italiana, e della cooperativa “Formazione, Sicurezza & Co”, così descrive l’andamento dell’annata viticola:
La prima parte dell’anno. L’inverno non è stato freddo e neppure nevoso. Forse una delle stagioni invernali più miti degli ultimi decenni. Clima mite anche in primavera con tratti di caldo più decisi ad inizio aprile, ma più contradditorio in seguito. A giugno (fra il 6 ed il 13) sembrava che iniziasse l’estate, ma è poi tornata l’alternanza climatica con piogge frequenti ed una situazione più simile all’autunno. Ma il mese più critico è stato luglio con 21 giorni di pioggia anche intensa e battente.
I problemi fitosanitari. Con tale situazione climatica i viticoltori hanno dovuto, per il gran numero di trattamenti, affrontare costi di produzione incredibili con ripercussioni anche sull’ambiente.
Annata tardiva o no? Verso metà giugno si annunciava un’annata precoce. L’inverno tiepido e la primavera non fredda avevano favorito un avvio anticipato della germogliazione e della fioritura. L’annata ha finito per mangiarsi il vantaggio. Adesso l’evoluzione dei grappoli è nella media stagionale.