>> Sul Vinobus da sessanta posti si discuterà ancora in Consiglio provinciale

Ancora un rinvio per la discussione sul clamoroso caso del Vinobus (la fallimentare iniziativa di “promozione” del territorio messa in atto dalla Provincia di Asti nei mesi scorsi, costata quasi 160mila euro per un numero di turisti del vino che non ha superato le sessanta unità) in Consiglio provinciale.

Nell’ultima riunione del 27 settembre, infatti, la mozione presentata dal gruppo di “Noi per Asti” (Cotto, Valle, Padovani, Musso) è stata rinviata alla prossima seduta in attesa che i Revisori dei Conti esprimano il loro parere sulla pratica che, almeno per quanto emerso nel dibattito in Provincia, presenta numerosi punti oscuri se non addirittura irregolarità amministrative.

La questione “Vinobus” è stata al centro di un consiglio in cui ancora una volta si è evidenziato come i rapporti tra maggioranza e opposizione (di cui sembra ormai far parte stabilmente il gruppo guidato da Mariangela Cotto) siano sempre meno cordiali, tant’è vero che proprio i consiglieri di minoranza hanno abbandonato l’aula durante la discussione di tre pratiche per altrettante variazioni di bilancio, una delle quali prevedeva l’utilizzo, “anomalo” per quanto necessario, di ben 350mila euro derivati dall’avanzo di amministrazione 2009, approvato ad inizio agosto dalla Giunta senza portare, come sarebbe norma, la discussione in consiglio.

Tornato alla sua normale composizione, il consiglio ha poi affrontato la questione del Vinobus che, come è noto, era stato nei mesi scorsi all’origine del ribaltone avvenuto nel consiglio di amministrazione dell’Atl, passato ora sotto la presidenza dell’on. Armosino in un’operazione fortemente criticata non solo dai partiti di opposizione ma anche dagli esponenti di numerosi enti che lavorano nel campo dell’accoglienza e della promozione turistica.

Per tornare al Vinobus – su cui la maggioranza ha espresso il proprio desiderio di chiarezza ma senza voler andare a fare le pulci su ogni minimo aspetto del problema – si sono venuti a conoscere, per bocca dei consiglieri Padovani e Cotto (Noi per Asti), cui si è aggiunto il critico parere tecnico di Peretti (Pd), alcuni aspetti decisamente poco chiari sull’intera vicenda. Sintetizzando: che la Four Turism (srl con 10mila euro di capitale, guidata dall’esperto spagnolo Josè Ejarque) si è costituita il 29 settembre 2008, pochissimi giorni prima di presentare il progetto Vinobus alla Provincia; che ci sarebbero palesi strabismi contabili tra quanto richiesto alla Regione (due contributi da 29mila euro ciascuno) in un anno e quanto rendicontato in un altro; che la Fondazione Cr AT prontamente (cosa che rarissimamente avviene) avrebbe concesso un contributo di circa 100mila euro per l’iniziativa (soldi trasferiti per la gran parte direttamente alla Four Turism con una semplice liberatoria firmata dalla Presidente Armosino anziché dal dirigente responsabile della pratica) e altro ancora.

Insomma un bel po’ di carne al fuoco di cui si discuterà nuovamente tra pochi giorni in attesa di sapere se mai tornerà d’attualità (come affermato più volte dall’Armosino) il Vinobus seconda, e nel caso si spera più fortunata, edizione.