>> Il Comitato scientifico per ‘Italia 150’ e il sito Unesco e la nascita dello spumante italiano

Nell’ambito dell’undicesima edizione di ‘Canelli, la città del vino’, e di ‘Italia 150’, di rilevante prestigio è stata, sabato 25 settembre, in Casa Gancia, la presentazione da parte del Comitato scientifico del progetto ‘Scienza, industria e trasformazione agraria nel Piemonte sabaudo: la nascita dello spumante italiano’.

Giovanni Borriero, sindaco di Costigliole e presidente della ‘Comunità delle colline tra Langa e Monferrato’ (Calosso, Canelli, Castagnole Lanze, Coazzolo, Costigliole, Loasca, Montegrosso, San Marzano Oliveto, www.langamonferrato.it) ha rimarcato come alcuni prodotti italiani che costituiscono, oggi, per la loro eccellenza, il vanto dell’economia nazionale e contribuiscono a valorizzare nel mondo il settore del made in Italy, affondino le loro origini a Canelli e nei suoi dintorni, in quella fase della storia italiana definita ‘dell’Unificazione’. Industrie enologiche, ‘industrie naturali’ che traevano il loro sviluppo dalle risorse del territorio come Gancia, Bosca, Contratto, Coppo, Bocchino, Riccadonna Martini, Cora, Cinzano. Industrie sorte nel contesto viticolo del Piemonte sabaudo della seconda metà del XIX secolo.

Il tutto attraverso inedite trasformazioni agrarie e paesaggistiche  che rendono il territorio interessante anche  per il suo inserimento nella lista dei ‘Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco’.

Oggi in Piemonte le terre del Moscato  e quindi dello spumante (oltre 10.000 ettari di coltivazione, si stendono su 52 Comuni, 27 in provincia di Asti, 16 in provincia di Cuneo, 9 in provincia di Alessandria) coinvolgendo 44 industrie, 22 aziende di vinificazione, 16 cantine cooperative, 5 cantine di secondo grado, 75 aziende vinicole, 9 aziende di vini.

Il progetto di lavoro, redatto in funzione delle celebrazioni per i “Centocinquant’anni dell’Unità d’Italia”, intende studiare le potenzialità del territorio attraverso la ricostruzione i seguenti punti: le origini dei marchi storici dell’enologia e le biografie degli imprenditori; il ruolo della borghesia agraria dei secoli XVIII e XIX; la storia delle produzioni e della conquista dei mercati; la storia delle innovazioni scientifiche in enologia; le trasformazioni agrarie e agronomiche; la storia della tecnica e dell’industria meccanica; la storia della cooperazione (la cantina sociale di Calosso è del 1904) e la storia dei movimenti contadini (il ‘Partito dei contadini’ e le ‘Guerre del Moscato’); la mentalità, i comportamenti; l’immaginario e la visione del mondo nelle terre del Moscato.

Il tracciato si concretizzerà attraverso studi, incontri, dibattiti, esposizioni che dovranno coinvolgere la popolazione che ancora non ha compreso cosa significhi ‘candidatura Unesco’. Nel progetto saranno coinvolti economisti, storici, sociologi, esperti di comunicazione ed immagine.

Gli esperti che faranno parte del Comitato scientifico: dr. Giovanni Borriero (presidente Tra Langhe e Monferrato); prof. Enrico Bocchino (lettere); prof. Renato Bordone (ordinario Storia medioevale, Torino); dr. Luigiterzo Bosca (imprenditore); prof. Gian Luigi Bravo (Antropologia Culturale, Università Torino), prof. Valerio Castronovo (già insegnate di Storia  contemporanea – Università di Torino); dott.ssa Patrizia Cirio (ricercatrice universitaria); prof. Marco Devecchi (presidente Osservatorio Paesaggio per il Monferrato e l’Astigiano); prof.ssa Pierangela Farris (consulente editoriale e scrittrice); prof. Vincenzo Gerbi (ordinario laurea specialistica interateneo in scienze viticole ed enologiche di Grugliasco); prof. Bruno Giau (ordinario Dipartimento economia ed Ingegneria Agraria, Forestale, Ambientale – vice rettore Università di Torino e direttore Centro studi per la collina di Asti); prof. Renato Grimaldi (preside Facoltà Formazione Università Torino); dott.ssa Paola Gullino (Facoltà Agraria); prof. Silvano Montaldo (presidente corso laurea Magistrale in Storia Università Torino); dott. Lorenzo Vallarino Gancia (imprenditore, presidente associazione ‘Canelli domani’).

La presentazione si è conclusa con i ringraziamenti del sindaco Marco Gabusi e i suggerimenti dell’on. Rolando Picchioni, presidente della Fondazione per il libro, la musica, la cultura: “In Svizzera hanno concesso il sito Unesco a Lavaux, grazie al fatto che si trova vicino all’autostrada; qui il problema del sito, non è di aggiungere, quanto di togliere ed escludere; per ottenere la candidatura è essenziale documentare un’autentica sussidiarietà culturale della base.”

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