Per tre volte, in dodici anni, la Chiesa, nella persona del Papa, ha ufficialmente presentato tre cristiani della Diocesi di Acqui come modelli di vita cristiana e come intercessori.
Nel 1998 è stata dichiarata “Beata” una giovane contadina di S. Giulia di Dego, Teresa Bracco, che, a vent’anni, nel 1944, ha preferito la morte alla profanazione della propria persona.
Nel 2001 è stato proclamato “Santo” il Vescovo Giuseppe Marello, pastore zelante della Diocesi dal 1889 al 1895 e fondatore dei Giuseppini.
Il 25 settembre è stata proclamata “Beata” Chiara Badano, una diciottenne studentessa di Sassello, morta di cancro nel 1990, che ha saputo offrire la vita al Signore, fidandosi della sua bontà paterna, anche nel periodo di atroce sofferenza che ha dovuto affrontare.
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(DA “IL CANALE DI GIOIAFELICE”)
“Sia per i credenti, sia per coloro che sono in ricerca di Dio, – sottolinea il Vescovo di Acqui Pier Giorgio Micchiardi – le tre figure offrono, con la loro esistenza, un messaggio eloquente. Aiutano a comprendere che la vita vissuta senza ideali non ha senso. La beatificazione di Chiara Badano rappresenta un dono e una responsabilità per tutta la Diocesi. È, soprattutto, un invito forte a interrogarci sulla nostra pastorale giovanile. Dobbiamo, innanzitutto, chiederci: ci impegniamo ad offrire agli adolescenti, che hanno ricevuto il dono della Cresima, un percorso di vita cristiana? E quando ci cimentiamo in questa difficile, ma entusiasmante avventura, ci rendiamo conto della necessità di indirizzare gli adolescenti e i giovani per vie che conducono ad un rapporto personale e profondo con Gesù Cristo? L’esempio di Chiara Badano che ci viene presentato dalla Chiesa, ci faccia riflettere seriamente e ci infonda fiducia e coraggio nel nostro impegno educativo.”
Chiara Luce Badano, dichiarata “Venerabile” nel 2008, è stata dichiarata “Beata” al Santuario della Madonna del Divino Amore, a Roma, sabato 25 settembre.
La sera, dalle ore 21.00 alle 22.30, nell’Aula Paolo VI, in Vaticano, si è svolta la “Serata di festa con Chiara Luce” con la prima assoluta dello spettacolo Gen “Life, love, light”. La trasmissione di questo momento musicale è stata assicurata da Tele Pace e EWTN.
I fedeli della diocesi che non hanno partecipato di persona alla celebrazione (cui hanno preso parte diverse migliaia tra pellegrini diocesani e focolarini), hanno potuto seguire, da casa, tramite i canali televisivi Sat2000 e Teleradio Padre Pio, o su schermo sia nel Salone San Guido del Duomo di Acqui che nel salone parrocchiale in Via Verdi 5. In diocesi, terminata la celebrazione in tv, è stata celebrata da Don Andrea una Messa alle ore 18 in Cattedrale.
Domenica 26 settembre, nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura, ha avuto luogo, alle ore 10.30, la Santa Messa di ringraziamento presieduta dal card. Tarcisio Bertone.
Domenica 24 ottobre, si svolgerà la Festa diocesana, momento d’incontro di giovani e famiglie. Dopo la S. Messa, alle ore 10, e il pranzo al sacco, avrà luogo, alle ore 15.30, al Teatro Ariston di Acqui, lo spettacolo “Dai tetti in giù” di Franz Coriasco con musiche, testi e coreografie sulla figura di Chiara ‘Luce’.
Inoltre, lunedì 29 novembre, nell’anniversario della nascita di Chiara, alle ore 18, nella chiesa parrocchiale di Sassello, il parroco don Albino Bazzano celebrerà la Messa anniversario.
CHIARA LUCE BADANO
Per tre volte, in dodici anni, la Chiesa, nella persona del Papa, ha ufficialmente presentato tre cristiani della Diocesi di Acqui come modelli di vita cristiana e come intercessori.
Nel 1998 è stata dichiarata “beata” una giovane contadina di S. Giulia di Dego, Teresa Bracco, che, a vent’anni, nel 1944, ha preferito la morte alla profanazione della propria persona.
Nel 2001 è stato proclamato “Santo” il Vescovo Giuseppe Marello, pastore zelante della Diocesi dal 1889 al 1895 e fondatore dei Giuseppini.
Il prossimo 25 settembre sarà proclamata “beata” Chiara Badano, una diciottenne studentessa di Sassello, morta di cancro nel 1990, che ha saputo offrire la vita al Signore, fidandosi della sua bontà paterna, anche nel periodo di atroce sofferenza che ha dovuto affrontare.
“Sia per i credenti, sia per coloro che sono in ricerca di Dio, le tre figure offrono, con la loro esistenza, un messaggio eloquente. Aiutano a comprendere che la vita vissuta senza ideali non ha senso.
“La beatificazione di Chiara Badano, – sottolinea il Vescovo di Acqui Pier Giorgio Micchiardi – rappresenta un dono e una responsabilità per tutta la Diocesi. È, soprattutto, un invito forte a interrogarci sulla nostra pastorale giovanile. Dobbiamo, innanzitutto, chiederci: ci impegniamo ad offrire agli adolescenti, che hanno ricevuto il dono della Cresima, un percorso di vita cristiana?
E quando ci cimentiamo in questa difficile, ma entusiasmante avventura, ci rendiamo conto della necessità di indirizzare gli adolescenti e i giovani per vie che conducono ad un rapporto personale e profondo con Gesù Cristo?
L’esempio di Chiara Badano che ci viene presentato dalla Chiesa, ci faccia riflettere seriamente e ci infonda fiducia e coraggio nel nostro impegno educativo.”
“I giovani sono il futuro. – aveva detto alla fine della sua esistenza terrena Chiara Badano – Io non posso più correre, però vorrei passare loro la fiaccola come alle Olimpiadi. Hanno una vita sola e vale la pena di spenderla bene”.
Quella di Chiara Badano è un storia speciale, perché ha saputo fare della malattia, della sofferenza, della morte stessa il momento più alto della sua breve vita, rovesciando completamente il modo di pensare di ogni giovane.
Al suo funerale la gente cantava, sorrideva, ringraziava Dio.
Chiara nacque il 29 ottobre 1971 a Sassello, paese della diocesi di Acqui sulla strada che collega Acqui a Savona attraverso l’Appennino Ligure.
I genitori, Ruggero e Maria Teresa, l’hanno accolta come un dono di Dio, ricevuto per intercessione di Maria, la Madonna delle Rocche di Molare, che tanto avevano pregato perché il loro matrimonio fosse allietato dalla presenza di un figlio.
La vita di Chiara trascorse a Sassello come per le altre coetanee: il gioco, gli amici, lo sport, la scuola materna, la scuola elementare, il catechismo, la Parrocchia, la Prima Comunione, la Cresima, la scuola media e le superiori a Savona. Una vita normale.
Il papà, camionista, la mamma, casalinga come molti altri genitori sognavano per lei una vita piena e felice.
Fin da piccola, però, traspare in lei la presenza di qualcosa di speciale; i discorsi che fa con la mamma prima e con gli amici poi, rivelano una sensibilità non comune, una capacità di comunicare con gli altri che lascia un segno in chi l’ascolta.
Comunicativa, intelligente, volitiva, vivace, allegra e sportiva. Ha occhi limpidi e grandi, il sorriso dolce. Ama la natura e il gioco, si distingue per l’amore verso gli ultimi, gli ammalati, le persone anziane, che copre di attenzioni e di servizi, rinunciando spesso a momenti di svago. Dai suoi quaderni dei primi anni delle elementari traspare la gioia e lo stupore nello scoprire la vita. E’ una bambina felice, normale.
Attraverso l’educazione dei suoi genitori e dell’ambiente in cui vive, Dio guida la sua vita verso il cielo.
A nove anni conobbe il Movimento dei Focolari, fondato da Chiara Lubich. Entrò a far parte del movimento, coinvolgendo anche i genitori. Dirà: “Noi, con Gesù in mezzo, siamo la famiglia più felice del mondo”.
Visse il rapporto con Gesù in modo molto intenso. Si immerse nelle attività del Movimento, frequentò la Messa quotidianamente, spese tempo per gli anziani e i bisognosi, si occupò dei bambini del terzo mondo. Tutto questo ardore fu, però, talvolta motivo di incomprensione da parte dei coetanei.
Finite le medie, la famiglia si trasferì a Savona per permetterle di frequentare il liceo classico. Il distacco dal paese, dagli amici d’infanzia e dall’ambiente mise alla prova la sua serenità. La meditazione, la lettura della Bibbia, la preghiera, la devozione a Maria divennero pratiche abituali.
Studia, pratica sport, in particolare il tennis, frequenta le riunioni Gen, il movimento giovanile dei Focolari, torna a Sassello quando può. Vive anche una forte simpatia per un ragazzo.
Durante una partita a tennis, un improvviso, forte dolore alla spalla sinistra le fa cadere a terra la racchetta. Nel febbraio del 1988 se ne scopre la causa: un tumore alle ossa della spalla.
“Il mondo pareva crollarci addosso”, diranno i genitori. Ma Chiara non si arrende, sa di avere un alleato forte che la guiderà sul cammino della croce: Gesù.
Da quel momento inizia la sua Via Crucis: ospedali, medici, cure, il dolore per il male che si diffonde nel suo giovane corpo. Chiara dimostra una forza incredibile: la sua camera diventa luogo di incontro per coloro che le rendono visita, ha parole di consolazione per tutti. Persino i medici si stupiscono della sua solarità.
Continua ad interessarsi del Movimento dei Focolari, delle missioni in Africa, scrive lettere e comunica attraverso la preghiera e l’amore. E’ proprio l’amore la chiave della sua vita straordinaria. Come dirà l’allora Vescovo di Acqui, Mons. Livio Maritano, al suo funerale: “Quello che trasforma, che fa il miracolo è l’amore, una fede che accende questo amore per Gesù e che ci mette in compagnia con lui 24 ore su 24”.
I mesi passano, il male avanza. Per Chiara si avvicina il momento dell’incontro con Gesù, il suo amico, l suo sposo. Ed è proprio un abito bianco, come quello di una sposa, che sceglierà d’indossare. Chiara muore il 7 ottobre 1990, a 19 anni non ancora compiuti. Al suo funerale una marea di gente, soprattutto giovani, canterà le lodi al Signore.
Per ulteriori informazioni: S. E. Mons. Livio Maritano e/o alla vicepostulatrice Mariagrazia Magrini – piazza C.L.N. n. 231 bis 10123 Torino – tel./fax 0039-011.548.604 – cell. 0039-333.2417172 livio.maritano@tin.it – mariagrazia.magrini@tin.it
www.chiaralucebadano.it – www.diocesiacqui.piemonte.it/badano.htm
Bibliografia: Maria Grazia Magrini, “Chiara Luce. Una grande avventura: stare al gioco di Dio”, Ed. Elledici “Credere all’Amore”, organo a cura della Postulazione.