Sei commercianti all’ingrosso di tartufi del cuneese e dell’astigiano sono accusati di frode in commercio. Secondo gli inquirenti avrebbero acquistato tartufi in Croazia, Slovacchia, Molise ed Emilia per aggiungerli a prodotti locali e rivenderli a commercianti e ristoranti o spedirli all’estero, facendoli passare per piemontesi.
In merito il tribunale di Asti, nell’ultima udienza, ha proseguito l’esame dei testi: il direttore dell’Associazione commercianti albesi Giuliano Viglione, il direttore di Expoturist Marco Scuderi e Fabrizio Cane dell’hotel I Castelli.
I testi, spiega l’avvocato Roberto Ponzio, difensore di alcuni commercianti, “hanno confermato di aver ricevuto prodotti conformi a quanto pattuito e di essere rimasti soddisfatti per la qualità. Il loro interesse era rivolto non alla provenienza, ma ai requisiti organolettici dei tartufi che sono stati pienamente riscontrati”. Il processo riprenderà il 20 febbraio con l’esame degli ultimi testimoni.