Per i sindaci di Canelli, Coazzolo, Calosso, S. Stefano Belbo: meglio la pista ciclabile

Il sindaco di Canelli e vicepresidente della Provincia di Asti Marco Gabusi, il sindaco di Coazzolo e consigliere provinciale di Asti con delega ai trasporti Fabio Crosso, il sindaco di Calosso Giuseppe Ugonia, il sindaco di S. Stefano Belbo Luigino Icardi hanno firmato il seguente documento: «In merito ai comunicati emersi in queste ore sulla vicenda treno-pista ciclabile, vorremmo precisare quanto segue: Nessuno si deve sentire autorizzato a parlare a nome di tutte le amministrazioni locali, soprattutto in una tematica in cui le posizioni sono piuttosto variegate.

Proprio questi differenti punti di vista ci portano ad esprimere la nostra, opinabile, ma legittima perplessità in merito alla linea che ha deciso di intraprendere la Regione Piemonte. Non ci si può infatti presentare come se questo fosse l’anno zero ovvero come se la tratta fosse sospesa da qualche mese.

Da diversi anni nessun treno transita più su questa tratta di circa 50 Km (Asti-Neive-Nizza Monferrato) che, pur essendo tecnicamente utilizzabile, non viene riaperta (a differenza della rimanente tratta Neive-Alba su cui sussiste un’effettiva criticità tecnica nella galleria Ghersi). Se, come si legge sul comunicato, “i treni erano frequentatissimi”, ci si domanda quale sia stata la vera motivazione della chiusura di questa tratta. Ci risulta che non ci fosse più la sostenibilità economica quanto a rapporto costo/utente.

E’ evidente che in questa condizione di incertezza, o, meglio, di certezza che la tratta avrà poco futuro, il progetto pista ciclabile assume una rilevanza straordinaria e non percorrerlo sarebbe un’occasione persa.

Inoltre i firmatari di tale comunicato ritengono che la pista ciclabile debba percorrere le Valli Belbo e Tinella (cuore del sito Unesco) e non costeggiare a poche decine di metri la Asti-Alba nella Valle Tanaro (fuori dalla zona Unesco).
Strada nuova. Ognuno rimarrà della propria idea, ma, a volte, sarebbe più opportuno lasciare la strada (ferrata) vecchia per imboccarne una nuova, ricordando a tutti noi che oggi stiamo difendendo un’infrastruttura inutilizzata e non un servizio per i cittadini.»