Il deputato Massimo Fiorio ha raccolto, nei giorni scorsi, la preoccupazione di un gruppo di medici e infermieri dell’ospedale Cardinal Massaia sulle condizioni di lavoro dopo il blocco delle assunzioni deciso da una recente delibera regionale. “La riduzione temporanea di dodici posti letto in Medicina B – indica il parlamentare – è l’ultimo problema in ordine di tempo, ma non il solo, determinato dalla carenza di personale. Le disposizioni regionali andranno ad aggravare una situazione già da tempo indebolita, con riflessi diretti sia sul lavoro degli operatori sanitari che sulle prestazioni rivolte ai pazienti.
Basti pensare al sensibile allungamento dei tempi di attesa per chi deve sottoporsi a un intervento chirurgico programmato, a causa del taglio delle prestazioni aggiuntive per gli anestesisti, o alla cancellazione del servizio per il prelievo del sangue il sabato mattina”. Provvedimento, quest’ultimo, già adottato nel periodo estivo del 2012 per quattro sabati, dal 28 luglio al 18 agosto.
Ma quest’anno lo stop sarà assai più lungo (sei chiusure dal 27 luglio al 31 agosto) e non solo legato al calo fisiologico dell’utenza per le ferie: altre sospensioni si sono già avute, mensilmente, dall’inizio dell’anno. “E’ evidente che il problema è la carenza di personale – sottolinea l’onorevole Fiorio – Proprio rispetto alle prestazioni aggiuntive, la delibera regionale impone alle Asl, per il 2013, una riduzione del 6% rispetto ai costi del 2012 (un altro 5% per gli anni 2014 e 2015). “Ma si fissa anche un taglio del 4% sui medici specialisti convenzionati, andando a incidere direttamente sulle ore di servizio: anche grazie a questi professionisti, oggi è garantito il funzionamento degli ambulatori a tempo zero.
Cosa succederà con le limitazioni imposte dalla Regione?”. Il disagio del personale sanitario si esprime, oltre che nelle difficoltà che attraversano le due Medicine e il Laboratorio Analisi, anche nelle carenze di organico che investono altre strutture del Massaia, come la Cardiologia e il Maxillo Facciale. Il Pronto Soccorso, con la riduzione dei posti letto in Medicina B, non potendo far “defluire” i pazienti potrebbe avere problemi di sovraffollamento. E la mancata sostituzione del personale in ferie andrebbe a ridurre, in questi mesi, le prestazioni a tempo zero. La richieste di deroga al blocco totale del turn-over potrà essere avanzata dalle Aziende sanitarie alla Regione solo in casi eccezionali e per garantire i livelli essenziali di assistenza, come nel caso della Medicina B.
“Ma il problema della sostituzione del personale – spiega Fiorio – riguarda altri reparti: sarebbe utile sapere per quanti casi, e per quali strutture, l’Asl è orientata a richiedere la deroga e per quali assunzioni (a tempo indeterminato o determinato). Altri dati aiuterebbero a comprendere meglio la situazione del Massaia: per esempio, qual è attualmente la consistenza organica, cioè quanti sono i posti scoperti, e quanti operatori sanitari e amministrativi, anche riferiti all’ospedale di Nizza e agli altri servizi territoriali dell’Asl, andranno in pensione quest’anno e non saranno sostituiti?”.
Il confronto con medici e infermieri ha sollevato anche altri problemi. “Mentre gli ospedali piemontesi sono in affanno – puntualizza il deputato astigiano – saranno mantenute in vita fino a fine anno le Federazioni sanitarie, organismi che continuano a sottrarre risorse economiche importanti, mentre altri strumenti adottati dalla Regione, a partire dal piano socio-sanitario, si sono rivelati inefficaci per migliorare il sistema.
La delibera sul blocco delle assunzioni impone alle Asl percentuali fisse di riduzione, dal 2013 al 2015, nei vari settori individuati (personale dipendente, prestazioni aggiuntive, contratti atipici e altre consulenze, medici specialisti convenzionati, categorie protette). Sarebbe stato più strategico, a fronte del budget annuale assegnato, che ogni Asl avesse potuto tagliare, in autonomia, laddove ritenuto più funzionale e meno penalizzante per il personale e l’utenza. Non tutte le situazioni sono uguali per i servizi sanitari piemontesi, a partire dagli ospedali”.