> Il Progetto Unesco della provincia di Asti approda a Nizza Monf.

Con una conferenza stampa organizzata dalla Regione Piemonte, venerdì 27 novembre, a Torino, è stato presentato il dossier di candidatura alla Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO del sito “I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe, Monferrato, Roero” che coinvolge il territorio delle Province di Alessandria, Asti e Cuneo, presente l’Assessore provinciale al Progetto Unesco Annalisa Conti, insieme al Presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso e alle altre autorità.

Il dossier è stato predisposto da SITI (Istituto Superiore sui Sistemi Territoriali per l’Innovazione), istituto costituito dal Politecnico di Torino e dalla Compagnia San Paolo di Torino. Si tratta di un sito di candidatura seriale composto da 9 core zone (zone d’eccellenza), 74 comuni, per una superficie di circa 30.000 ettari con una superficie vitata di circa 11.000 ettari. Delle 9 zone individuate 6 interessano la Provincia di Asti.

I 40 comuni astigiani che fanno parte delle core zone hanno aderito con una delibera di consiglio al progetto e sono suddivisi in 6 core zone:
Core Zone 1 Albugnano, Castelnuovo Don Bosco, Moncucco Torinese, Pino d’Asti
Core Zone 2 Agliano, Castelnuovo Calcea, Montegrosso d’Asti, Mombercelli, Nizza Monferrato, Vaglio Serra, Vinchio
Core Zone 3 Canelli, Calosso, Castagnole delle Lanze, Coazzolo, Costigliole d’Asti
Core Zone 4 Bubbio, Cessole, Loazzolo, Vesime
Core Zone 5 Calamandrana, Castel Boglione, Castel Rocchero, Castelletto Molina, Fontanile, Mombaruzzo, Maranzana, Nizza Monferrato, Quaranti
Core Zone 9 Asti Calliano, Casorzo, Castagnole Monferrato, Castell’Alfero, Grana, Grazzano Badoglio, Montemagno, Portacomaro, Scurzolengo, Viarigi.

I vitigni coltivati rappresentano una forte specificità della viticoltura piemontese: sono unici e tipici della regione. La viticoltura piemontese si basa sui propri vitigni autoctoni che coprono il 95%delle superfici vitate regionali. A loro volta, i primi 16 vitigni autoctoni piemontesi coprono oltre il 90 % della superficie vitata. Tra di essi alcuni vitigni autoctoni hanno una diffusione maggiore: il primo è il Barbera, seguito dal Moscato bianco, dal Dolcetto e dal Nebbiolo. Le Province di Asti, Cuneo, Alessandria sono quelle più ampiamente caratterizzate per l’ampia superficie vitata e per la lunga tradizione vitivinicola. Con l’inserimento nella Lista Unesco la Provincia di Asti, insieme a numerose altre istituzioni del territorio subalpino, intende proporre la realizzazione di una nuova gestione del territorio per uno sviluppo di qualità, coerente con i propri valori e le proprie tradizioni.

“E’ un’idea di sviluppo – afferma l’Assessore al Progetto Unesco della Provincia di Asti Annalisa Conti – di cui si deve tenere conto ogni giorno, nelle azioni private e negli atti pubblici. L’inserimento di un luogo nella lista dei beni patrimonio dell’umanità non ha solo vantaggi e non è solo un onore. Il riconoscimento Unesco  è un impegno, una responsabilità che deve spingere tutti a operare meglio. Noi astigiani vogliamo sfruttare questa opportunità. Essere Patrimonio dell’Umanità significa essere al centro dell’attenzione, essere permanentemente in mostra per la pulizia e per il gesto espressivo, per i valori e per le abitudini, per tutto quello che è il nostro patrimonio culturale. Per questa serie di motivi il significato del riconoscimento Unesco sarebbe eccezionale per istituzioni, cultura e imprese, ma sarebbe soprattutto un premio per lo sviluppo sostenibile del territorio”.

Domenica 13 dicembre, a partire dalle ore 9,30, al Foro Boario di Nizza Monferrato, si discuterà dei vari aspetti di questa candidatura con Alain Elkann Consigliere del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Manuel Guido Responsabile dell’Ufficio Lista del Patrimonio Mondiale Unesco, Sergio Conti Assessore alle politiche territoriali,  Aldo Pia Presidente della Cassa di Risparmio di Asti partner del Progetto UNESCO, Irma Visalli, consulente per la gestione del progetto Unesco, Giulio Mondini Vice Direttore di SITI. 

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