Si è spento venerdì 4 luglio, all’ospedale Molinette di Torino, dove da tempo era ricoverato nel reparto di Radioterapia, per curare un cancro, Giorgio Faletti, attore, cantante, scrittore e pittore. Aveva solo 63 anni. Rientrato da poche settimane da Los Angeles, dove per un lungo periodo si era sottoposto a cure in un centro altamente specializzato, aveva fatto ritorno in Italia. Poi l’ultimo ricovero a Torino.
La camera ardente verrà allestita lunedì all’ospedale Molinette di Torino, ma sarà seppellito nella sua amata Asti, dove si svolgerà la cerimonia religiosa martedì 8 luglio nella chiesa della Collegiata di San Secondo, alle ore 15. Il sindaco di Asti Fabrizio Brignolo ha proclamato per quella giornata il lutto cittadino.
Negli ultimi mesi Faletti era stato costretto ad annullare i suoi spettacoli in programma: «Cari amici – aveva scritto Faletti sul suo sito ufficiale – purtroppo a volte l’età, portatrice di acciacchi, è nemica della gioia. Ho dovuto a malincuore rinunciare alla pur breve tournée per motivi di salute legati principalmente alle condizioni precarie della mia schiena, che mi impedisce di sostenere la durata dello spettacolo. Mi piange davvero il cuore perché incontrare degli amici come voi è ogni volta un piccolo prodigio che si ripete e che ogni volta mi inorgoglisce e mi commuove. Un abbraccio di cuore. Giorgio».
Laureato in Giurisprudenza, Faletti ha conosciuto il successo in vari ambiti artistici: dalla televisione, alla scrittura, alla musica come cantante e autore, al cinema. Cabarettista, si fece apprezzare dal pubblico del piccolo schermo in “Drive in”. Nel 1990 conquistò la prima serata del sabato in “Fantastico” con Pippo Baudo, Marisa Laurito e Jovanotti.
Coltivò anche la passione per la musica pubblicando nel 1988 il primo minialbum Colletti bian-chi, colonna sonora del telefilm di cui fu uno dei protagonisti. Nel 1991 incise un secondo disco, Disperato ma non serio. Nello stesso anno per Mina scrisse Traditore. E’ stato anche autore di brani per Milva, Fiordaliso e Branduardi. Nel 1992 partecipò per la prima volta al Festival di Sanremo in coppia con Orietta Berti con la canzone “Rumba di Tango”, inserita poi nel terzo album “Condannato a ridere”. Nel 1994 vinse a Sanremo il premio della critica, classificandosi anche al secondo posto in assoluto, con “Signor Tenente”, canzone ispirata alla strage di Capaci e via d’Amelio.
Nel 2002 sorprese pubblico e critica come scrittore con il suo thriller “Io uccido”, venduto in oltre 4 milioni di copie. Due anni dopo pubblicò il secondo romanzo “Niente di vero tranne gli occhi”, venduto in tre milioni e mezzo di copie (Baldini & Castoldi, 2004), “Fuori da un evidente destino” (Baldini & Castoldi, 2006), “Io sono Dio” (Baldini & Castoldi, 2009), “Appunti di un venditore di donne” (Baldini & Castoldi, 2010), “Tre atti e due tempi” (Einaudi, 2011).
Come attore ha lavorato, tra l’altro, in “Baaria” di Tornatore, nel film “Il sorteggio” di Giacomo Campiotti (2010).
Svolgeva con orgoglio, inventiva e impegno il ruolo di presidente della Biblioteca Astense, ma, per le sue condizioni di salute, nel maggio scorso, non aveva potuto presenziare la conferenza stampa di presentazione della 11^ edizione del festival Passepartout.
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