Ancora una volta i fondi tratti dal contributo dell’8 per mille trovano concreto utilizzo sul territorio. Tra le opere di restauro messe in atto in zona grazie alla redistribuzione di quanto offerto dai cittadini, merita un cenno il progetto di recupero e riqualificazione a cui è stata sottoposta la casa canonica di Alice Bel Colle (Al – Diocesi di Acqui), adiacente la chiesa parrocchiale.
Già alcuni anni fa, quando don Flaviano Timperi fu nominato parroco per le comunità di Alice Bel Colle e Ricaldone, il Vescovo, monsignor Pier Giorgio Micchiardi, aveva individuato nella casa canonica di Alice il luogo ideale in cui fissare la residenza del sacerdote, vista la sua posizione particolarmente felice rispetto al territorio circostante.
C’era però il problema delle condizioni in cui l’edificio versava: apparentemente solida nelle sue strutture murarie, la canonica presentava però problematiche interne di un certo rilievo, legate all’implacabile scorrere del tempo ed all’usura: alcuni vetri mancavano, come pure il riscaldamento, e non mancavano altri problemi minori.
Da qui la decisione di mettere mano all’edificio, con un lavoro di importanza sostanziale, sostenuto in gran parte dal Fondo dell’8 per mille e per la quota restante dall’aiuto e dalla disponibilità dei fedeli.
«Papa Francesco, con una espressione molto felice, ha detto recentemente che “il pastore deve sapere dell’odore delle pecore” – commenta don Flaviano – e io considero una grazia la possibilità offertami di vivere in mezzo al mio gregge. Per questo esprimo gratitudine per questa ristrutturazione, che ha profondamente rinnovato la casa canonica».
L’intervento in effetti è stato strutturale: tutti gli infissi sono stati sostituiti, l’impianto idrico è stato fortemente rimaneggiato, quello di riscaldamento realizzato ex novo. Ma la cosa più importante è che la ristrutturazione ha offerto nuove possibilità.
«Con lungimiranza è stata rivista la funzionalità della casa, che un tempo constava di un unico ambiente. L’orientamento del Vescovo, e in generale quello della Chiesa, è quello di pensare a dare vita a comunità presbiterali e pertanto si è accortamente ritenuto di realizzare al piano superiore l’abitazione del parroco, che è attrezzata anche per prevedere una coabitazione fra più sacerdoti, nel caso questa si rendesse necessaria in futuro. Ma la parte più interessante è certamente l’assetto del piano terreno, che è pensato interamente come “piano pastorale” destinato alla vita di comunità. Vi sono stati ricavati un ufficio pastorale, che è attivo per entrambe le parrocchie di Alice e Ricaldone, un locale per le assemblee e dei vani in cui vengono raccolti alimenti e risorse con cui è possibile aiutare, tramite la Caritas, numerose famiglie delle due comunità che mensilmente si rivolgono alla parrocchia nella speranza di ricevere un aiuto».
Le opere si compiono in onore di Dio, ma a compierle sono gli uomini… «E quelli desidero ringraziare. Il contributo della Cei e le donazioni sono state cospicue, a dimostrazione della disponibilità e generosità degli alicesi. Ma i lavori sono stati considerevoli e per giungere ad un equilibrio sarà purtroppo necessario un ulteriore impegno da parte della parrocchia, che dunque, anche per il futuro, si affida alla buona volontà e al buon cuore dei parrocchiani». (a cura di M.Pr)