A Bra, nel 2014, 187 stranieri hanno prestato giuramento davanti al sindaco Bruna Sibille, sono diventati italiani. Di questi 87 sono minorenni e tre diciottenni.
La cerimonia del giuramento si svolge ogni mercoledì mattina, nel palazzo comunale, davanti al primo cittadino che commenta: «Il mio compito è solamente quello di consegnare materialmente l’atto di cittadinanza alla persona, a nome della Prefettura di Cuneo, in base ad una lunga e complessa istruttoria compiuta dal Ministero degli interni seguendo il dettato della legge Bossi-Fini».
La legge italiana vigente (la 91 del 1992) recita: “Gli stranieri nati in Italia che vi abbiano risieduto legalmente senza interruzioni fino alla maggiore età possono diventare cittadini italiani con semplice dichiarazione di volontà da rendere all’ufficiale di stato civile entro un anno dal compimento della maggiore età». Ne hanno anche diritto gli stranieri o apolidi, coniugati con cittadino italiano che risiedono legalmente in Italia da almeno due anni dalla celebrazione del matrimonio e tutti gli stranieri che risiedono legalmente nel nostro territorio da almeno 10 anni. Dall’ufficio di Stato civile di Bra spiegano: «Noi, in collaborazione con la Polizia locale, facciamo gli accertamenti e poi prepariamo le carte. Il sindaco, poi, convoca gli aventi diritto nel suo ufficio per il giuramento di rispetto alla nostra Costituzione e per la firma del verbale. I figli minori di uno straniero non devono giurare, ma acquisiscono la cittadinanza direttamente per “attestazione” da parte del sindaco».
«Nel conferire le cittadinanze – aggiunge il sindaco Sibille – sono sempre contenta perché rappresentano la concretizzazione di un’integrazione».