L’ex direttore dell’ATC di Asti Pierino Santoro avrebbe sottratto alle casse dell’Agenzia Territoriale per la Casa di Asti (Case Popolari) 9 milioni di euro come hanno appurato i controlli documentali a partire dalla contabilità del 2004. La scoperta è della Guardia di Finanza di Asti al termine delle indagini coordinate dal Procuratore della Repubblica di Asti Giorgio Vitari. L’accusa di peculato è stata supportata dalle ammissioni dell’indagato. La difesa del Santoro ha richiesto il “patteggiamento” della pena.
Le modalità di prelevamento adottate dal Santoro per svuotare le casse dell’Ente erano diverse. Dalla contabilizzazione di falsi mandati di pagamento, imputati a generiche “spese tecniche” mai sostenute, ai sistematici prelievi su un conto corrente postale intestato all’A.T.C. dove gli ignari inquilini versavano i canoni di locazione ma, di fatto, totalmente sconosciuto in contabilità. Ancora, dall’utilizzo personale e giornaliero di carte di credito e bancomat intestati all’Ente, all’appropriazione delle somme versate in contanti dai vari conduttori presso la tesoreria dell’Ente.
Dagli estratti conto della carta di credito si è, altresì, potuto notare con quale spregiudicatezza il Santoro sperperasse il denaro pubblico effettuando acquisti, per migliaia di euro, di beni frivoli quali abbigliamento, gioielli, penne di marca, sfruttando il plafond giornaliero massimo previsto per l’utilizzo della carta di credito intestata all’ A.T.C. di Asti.
Secondo gli accertamenti delle Fiamme Gialle gli importi distratti, con i quali il Santoro ha acquistato parecchi immobili (in Asti, Torino, Ceriale), auto di lusso, una moto di serie “limitata” ancora da immatricolare e investito in polizze assicurative e risparmio gestito, ammontano a circa 9.000.000 di euro.
La tempestività delle indagini svolte dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria, anche attraverso l’ausilio di strumentazione tecnica, ha consentito alla Procura della Repubblica di Asti di richiedere ed ottenere dal G.I.P. il sequestro preventivo di tutti i conti correnti e dei beni riconducibili all’ex direttore dell’ A.T.C., compresi quelli fittiziamente intestati ai familiari, per un valore complessivo di circa 6.000.000 di euro.
E’ risultato in modo inequivocabile il tentativo del Santoro di sottrarre dei beni alle pretese risarcitorie dell’A.T.C. provando, durante la fase investigativa, a vendere alcuni immobili e a capitalizzare gli investimenti.
Per l’accertamento delle responsabilità amministrativo-contabili nella gestione dell’Ente pubblico da parte del Santoro è stata interessata la Procura Regionale presso la Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti per il Piemonte.