Una lite familiare è finita in tragedia, sabato scorso, poco prima delle 9, davanti all’ex stazione ferroviaria di Canelli. Protagonisti della vicenda due coniugi residenti a Santo Stefano Belbo che erano in fase di separazione, Barbara Natale di 44 anni e il marito Luigi Caramello di 47 anni. La donna da circa 30 giorni era ospite, insieme alle due figlie Ylenia e Giada, rispettivamente di 17 e 20 anni, a casa di un’amica in un alloggio della palazzina liberty, adiacente al luogo della tragedia.
La donna sarebbe uscita a portare a passeggio il cane, un dalmata, nella zona sottostante. L’uomo, che l’attendeva in auto, l’ha aggredita alle spalle.
Dalle prime ricostruzioni dei fatti da parte dei Carabinieri di Canelli con il maresciallo Luca Solari comandante della Stazione, pare che uno dei 9 fendenti inferti alla donna abbia raggiunto al collo la donna che non è riuscita a difendersi. Le sue urla sono state recepite da alcune persone che hanno avvisato i soccorsi, mentre l’ex marito fuggiva su un’auto rossa, una Punto, a tutta velocità in direzione di Nizza-Alessandria. Nella fuga l’uomo ha anche rischiato di investire alcuni passanti presenti sulla strada.
Sul posto sono subito giunti i sanitari del 118 che hanno tentato la rianimazione, ma per la donna non c’è stato più nulla da fare. Accanto alla donna fino all’arrivo dei sanitari ci sarebbe stato il suo dalmata a vegliarla. Molto probabilmente il cane ha tentato di difendere la donna, ma avendo la museruola non è riuscito a mordere l’accoltellatore. Il corpo esanime della Natale, a pochi metri dall’ingresso della Ubi Banca Regionale Europea ed accanto alla staccionata in cemento della ex stazione, è stato ricoperto da un telo bianco.
Nel pomeriggio, dopo intense ricerche da parte delle forze dell’Arma di tutta la provincia, coordinate dal Colonello Federici e dal capitano Repetto, l’uomo è stato trovato nei pressi del cimitero di Bazzana, tra Nizza Monferrato e Mombaruzzo. Prima di tagliarsi le vene, l’uomo aveva nascosto l’auto rossa che si era fatto prestare da un amico e con la quale era fuggito dopo il delitto. Sul posto i Carabinieri ed i Sanitari che lo hanno trasportato all’ospedale, non in pericolo di vita e ora piantonato dai Carabinieri.
È finita così la fuga di Luigi Caramello, 47 anni, originario di Genova. Persona estrosa, gran lavoratore. Per conto di un’azienda si era occupato del recupero di rottami di ferro. Aveva lavorato anche come autista alla Friges di Calamandrana, presso la Spessa di Castelnuovo Calcea, la Robino di Santo Stefano Belbo.
Barbara Natale, nativa di Alassio, schiva e riservata, come è descritta dai nuovi vicini di casa canellesi, lavorava a Rocchetta Belbo come operaia, in una ditta di nocciole.
La notizia ha fatto subito il giro della città di Canelli per l’ennesimo “femminicidio” della zona.
Duro il commento dell’avvocato Fassone di Nizza, legale di Barbara Natale a cui si era rivolta a fine ottobre per avere un consiglio sulla sua delicata situazione familiare.
“Quell’omicidio poteva essere evitato – rilascia l’associazione “Mai più sole” di Savigliano cui la Natale si era rivolta il 23 ottobre – E’ stata una tragedia annunciata. La signora ci aveva chiesto un consulto perché da anni lei e le figlie erano oggetto di violenze da parte del marito. Dagli episodi descritti era chiaro che la situazione non era più sostenibile e che la donna necessitasse di aiuto. Purtroppo c’erano tutti i segnali che preannunciavano la tragedia.”
Domenica mattina tanti i canellesi che si sono recati sul luogo del delitto per una preghiera, un momento di silenzio, di riflessione con lumini e mazzi di fiori e, tra gli altri, un biglietto: “Una donna, una mamma, un’amica, una persona unica come ognuno di noi. Sentirsi impotente di fronte a tanto dolore”.