Una vendemmia che si prospetta di buon livello a dispetto delle previsioni dettate da un’annata agraria nel complesso non proprio eccezionale e tanta voglia di riposizionare la Barbera d’Asti: lunedì 20 ottobre, in conferenza stampa, il presidente Filippo Mobrici e i suoi vice Stefano Chiarle e Lorenzo Giordano hanno tracciato le linee delle tante novità a cui il Consorzio di Tutela Vini d’Asti e del Monferrato si sta affacciando.
Nei primi mesi del 2014, l’imbottigliamento di Barbera d’Asti docg sfiora i 17 milioni con una crescita del 6% rispetto allo stesso tempo del 2013. Più 21% sul 2013 per il Ruché di Castagnole Monferrato: da gennaio a settembre sono state imbottigliate 587.185 bottiglie. Ottimismo anche dai mercati internazionali: secondo i dati elaborati dal Consorzio Tutela Barbera Vini d’Asti e del Monferrato (su un campione di 100 aziende), sono in lieve crescita le vendite di Barbera d’Asti docg nel primo semestre 2014 con +3% sui mercati esteri.
Ricerca. La lotta alla flavescenza dorata sarà un capitolo essenziale nel futuro prossimo della Barbera. “Il vitigno Barbera è particolarmente colpito – ricorda Lorenzo Giordano – Occorre investire sulla ricerca anche se non dà risultati immediati. Oggi bisogna trovare una soluzione per contenere il problema della diffusione del vettore, lo Scaphoideus titanus. La strada giusta è di creare un tavolo comune di esperti. E’ quanto stiamo facendo già ad Alba con capofila la Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo.
Export. Germania (18%), Usa (16%), Gran Bretagna (15%), Danimarca (14%), Canada (9%), Svizzera (6%). L’export interessa il 50% delle 21 milioni di bottiglie di Barbera d’Asti, ma il Consorzio vuole concentrare la propria azione di sviluppo sul mercato Usa. “Investiremo ben 200 mila euro per promuovere la Barbera d’Asti, il Nizza, il Ruché negli Usa, mercato con potenzialità di crescita nel consumo dei nostri vini. Collaboreremo con Wine Spectator, la più importante rivista di settore, realizzeremo una app sui nostri vini ed un video con un giornalista americano che dovrebbe girare sui circuiti Tv e sui social network”, ha detto Stefano Chiarlo.
Erga Omnes. Per fare questo il Consorzio ha deciso l’applicazione, dal 1 gennaio 2015 dell’erga omnes, norma prevista dal decreto legislativo 61 del 2010 su cinque denominazioni: Barbera d’Asti, Ruché di Castagnole Monferrato, Cortese dell’Alto Monferrato, Dolcetto d’Asti, Freisa d’Asti. Il Consorzio avrà piena gestione di tutela, vigilanza, promozione delle denominazioni. Tutte le aziende vinicole, consorziate o meno, dovranno dare il loro contributo (pochi millesimi a bottiglia) che, in tutto, è di 2.456 euro e che serviranno a sostenere le attività di tutela, vigilanza e promozione delle cinque. “Per questo si è deciso – annuncia Mobrici – di avvalersi dei poteri conferiti dall’erga omnes per far pagare la quota anche ai produttori non associati”.
L’attività di vigilanza è già stata avviata nel 2014 in sinergia con il Consorzio di tutela del Barolo. Un vigilatore munito di tesserino ministeriale va a verificare il prodotto sul mercato, nella grande distribuzione e nel settore Horeca. I controlli vanno fatti anche sui prodotti che fanno uso della denominazione che è protetta e va autorizzata dal Consorzio di tutela.
La quota erga omnes servirà proprio a finanziare tutte le attività di promozioni in Italia e all’estero e per la ricerca.