(A cura di Paolo Monticone)
Novanta milioni e mezzo di bottiglie vendute, tra Asti spumante e Moscato d’Asti, nel 2010, con il primo che segna una crescita, rispetto all’anno precedente, contenuta ma significativa dati i tempi, di quasi il 2% (dovuto soprattutto all’importante recupero di vendite in Italia tornate ad oltre 13 milioni di pezzi) e la travolgente avanzata del Moscato d’Asti che, con un quasi 39% in più, raggiunge quota 19milioni di bottiglie dai 13 e mezzo del 2009.
Vento in poppa dunque per i vini da uva moscato di cui hanno ufficializzato, mercoledì 4 maggio 2011, le cifre ufficiali di vendita il presidente del Consorzio dell’Asti, Paolo Ricagno ed i due vicepresidenti, Gianni Marzagalli ed Evasio Polidoro Marabese. E vento in poppa si dovrebbe anche avere alla fine del 2011 se saranno confermati nell’anno i dati che riguardano i primi tre mesi del 2011 (in genere i più magri dell’intera stagione) e che segnalano incrementi di vendita che si aggirano sul 20% per l’Asti e addirittura del 45% per il Moscato, tanto da indurre a pensare che il totale del venduto potrebbe sfondare il fatidico muro dei 100milioni di bottiglie.
Insomma tutto bene per un prodotto enologico che va decisamente controcorrente in un periodo in cui su tutti i mercati si fanno sentire gli effetti della crisi economica internazionale?
Se dobbiamo stare alle cifre sicuramente si (il bilancio consuntivo del Consorzio, approvato proprio in questi giorni, pareggia su circa 11milioni e mezzo di euro con un piccolo utile di esercizio); se invece dobbiamo guardare alla situazione generale del comparto, le preoccupazioni non mancano stante la situazione di guerra ormai aperta tra il Consorzio stesso ed una parte dei produttori di uva, con particolare riferimento a quelli aderenti all’Assomoscato.
Il presidente Ricagno non ha avuto mezze parole nel definire lo stato della cose: “Viviamo un momento decisamente positivo che manca però della necessaria serenità per pensare con tranquillità al futuro. Discutere va bene, ma litigare a tempo indeterminato è deleterio. Dobbiamo constatare che le parti in causa non hanno la volontà di trovarsi attorno ad un tavolo per progettare il futuro e questo potrebbe alla lunga diventare estremamente nocivo per tutto il comparto”.
Il riferimento è chiaro non tanto alle grandi aziende (in primis Gancia e Martini e Rossi) che nei mesi scorsi hanno lasciato il Consorzio, quanto ai contrasti sempre più vivaci con l’Associazione produttori Moscato, arrivati ormai allo stadio delle denunce e delle querele.
“Invece di litigare all’infinito, dovremmo essere orgogliosi di questi grandi successi commerciali – ha dichiarato dal canto suo il vicepresidente Marzagalli – soprattutto dovremmo dare tutti il nostro appoggio all’operato del Consorzio che sta difendendo il prodotto su ogni mercato (l’ente ha recentemente condotto una dura battaglia giuridica di contrasto alla contraffazione di circa 5 milioni di bottiglie Asti da parte di aziende russe n.d.r). In caso contrario rischiamo di perdere definitivamente l’autobus dell’interesse mondiale per il Moscato che in altre regioni ed in altri paesi sta provocando consistenti incrementi di impianti di uve aromatiche bianche”.
“Noi abbiamo il dovere – ha concluso Ricagno – di seguire le richieste del mercato per quanto riguarda la “moscatomania” esplosa in questi ultimi due anni nel mondo. Se non lo facciamo ne dovremo rispondere anche alle quasi 5000 aziende agricole che sul Moscato costruiscono la loro solidità economica. Ma per fare questo abbiamo assolutamente bisogno di una intermediazione super partes (chiaro il riferimento all’assessore regionale all’agricoltura n.d.r.) capace di riunire attorno allo stesso tavolo le parti in causa e di farle ragionare. Al momento questa volontà pare non esserci e, cosa assai preoccupante, sembra non avere alcuna intenzione di farsi concreta”.
L’annuncio dei dati ufficiali di vendita del 2010 è stato occasione per la presentazione del nuovo Direttore generale del Consorzio che entrerà in carica dal 1° giugno prossimo e che sostituisce il dimissionario Aldo Squillari. E’ Giorgio Bosticco, 55 anni, enologo di origini astigiantorinesi, oggi abitante nell’albese ed operante come Direttore Commerciale del gruppo Campari (marchi Riccadonna e Serafino).
QUALCHE CIFRA SU ASTI E MOSCATO D’ASTI NEL 2010
Vendite totali – 90milioni e 500mila bottiglie (+7,8% rispetto al 2009)
ASTI – 71.558.000 di bottiglie (+1,8%). Mercati in crescita Italia (+12,5%, Russia + 48,07%, Danimarca + 30,1%). Mercati in calo: Germania – 3,10 (resta comunque il primo consumatore con oltre 18milioni di bottiglie), Stati Uniti – 2,03% e Inghilterra – 9,9%. Dopo la Germania, il paese maggior consumatore è l’Italia (13.194.000), seguito da Stati Uniti (9.684), Russia (7.645) e Inghilterra (4.301).
MOSCATO D’ASTI – 18.912.000 bottiglie (+39%). Mercati in crescita: Italia da 3.918.000 bottiglie a 4.688.000; Estero da 8.024 a 11.674; Aziende non consorziate da 1.695 a 2.550.