Gianni Marzagalli, 72 anni, manager del gruppo Campari, è il neo presidente del Consorzio per la Tutela dell’Asti docg che nel 2011 ha superato il traguardo storico con oltre 100 milioni di bottiglie prodotte, precisamente: 81.2000.000 di Asti (+ 12% vs il 2010) 25.600.000 di Moscato d’Asti (+ 29%)). Marzagalli è stato eletto dal nuovo consiglio di amministrazione, riunitosi il 4 maggio ad Asti, composto da 27 rappresentanti delle Case spumantiere, cantine cooperative, aziende vitivinicole e vignaioli produttori di uve moscato.
Rispettando la prassi che vuole l’alternanza triennale tra rappresentanti dei grandi marchi spumantieri e parte agricola Marzagalli subentra a Paolo Ricagno, acquese, presidente della cantina sociale Vecchia Alice e Sessame.
Con Marzagalli sono stati eletti anche due vicepresidenti: Gianluigi Biestro, direttore della Vignaioli Piemontesi e Massimo Marasso, manager del gruppo vinicolo Fratelli Martini di Cossano Belbo.
Marzagalli ha ricordato la sua vasta esperienza in campo agricolo e vitivinicolo (è anche presidente della Sella & Mosca del Gruppo Campari). A chi gli ha fatto notare di essere il primo presidente non piemontese del Consorzio dell’Asti docg (è nato a Milano e risiede nel Pavese) ha risposto : “Asti e Moscato sono due vini con forti radici locali, ma sono altrettanto internazionali e quindi “glocal”(globale-locale). E io come presidente non piemontese ma fortemente legato al Piemonte mi considero un esponente ideale di questa vocazione ad essere “cittadino del mondo”».
«La parola d’ordine della mia presidenza – ha detto – sarà mediazione. Il Consorzio è una casa aperta a tutti coloro, nessuno escluso, che vogliono impegnarsi per lo sviluppo della filiera, al di là di polemiche e discussioni, sia pure nel rispetto dei ruoli. Questo è stato l’anno dei abbiamo venduto oltre 106 milioni di bottiglie di Asti e Moscato docg per l’85% esportate. Siamo una delle bandiere del made in Italy nel mondo, ma non è giusto “dormire sugli allori”».
Per il nuovo governo del Consorzio gli obiettivi principali saranno il miglioramento dell’immagine dell’Asti e del Moscato su tutti i mercati, il rafforzamento del rapporto con il territorio di origine e la ricerca per sviluppare la qualità e salvare i “sorì” e i vigneti storici più vocati.
Rispondendo ai giornalisti, Marzagalli è intervenuto sull’ipotesi di sblocco degli impianti di moscato: “Il Consorzio si è fatto promotore di una ricerca di mercato in modo da capire se e come si potranno aumentare gli ettari di vigneti della zona a docg superando l’attuale limite dei 9800”. Decisa presa di posizione anche sul delicato argomento dell’inserimento del territorio del comune di Asti tra i Comuni dell’area a docg (oggi sono 52 tra le province di Asti, Alessandria e Cuneo. «Il Consorzio è stato ed è favorevole all’ingresso di Asti città – ha dichiarato Marzagalli -. Resto convinto che sia una bizzarria il fatto che la città che dà il nome al vino non faccia parte dell’area di produzione delle uve».
Infine gli interventi anche dei due vicepresidenti. Gianluigi Biestro si è dichiarato pronto a lavorare per lo sviluppo della filiera: “ La parte agricola deve avere consapevolezza della necessità di essere protagonista di questo settore così strategico per il Piemonte e l’Italia”.
Da Massimo Marasso una puntualizzazione lessicale che ha grande significato: «Le imprese dell’Asti e del Moscato non vogliono più farsi chiamare “parte industriale” ma “Case spumantiere”. È il riconoscimento di quel legame tra impresa vinicola e territorio che è la vera essenza del mondo dell’Asti docg».
In chiusura il presidente Marzagalli ha ricordato la ricorrenza per l’80° di costituzione del Consorzio fondato nel dicembre 1932. “Sarà una festa non solo per noi, ma per tutto il mondo vitivinicolo italiano.”
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