C’è un ‘rischio fotovoltaico’, per tutto l’Astigiano: la mancanza di norme certe espone campagne e aree di pregio all’infiltrazione di manovre speculative, magari celate dietro il paravento del risparmio energetico. Per questo i consiglieri provinciali del gruppo Noi per Asti, Mariangela Cotto, Giorgio Musso, Massimo Padovani e Valter Valle, invitano tutti i 118 sindaci della provincia di Asti a chiedere, con forza, certezze alla Regione.
I quattro consiglieri hanno inviato ai primi cittadini una bozza di lettera da inviare al presidente Cota, al presidente del Consiglio Valerio Cattaneo, alla presidente della provincia di Asti Maria Teresa Armosino e ai deputati Fiorio e Fogliato.
In sostanza, una richiesta molto semplice: “Diteci cosa dobbiamo fare di fronte alle richieste di impianti fotovoltaici per non bloccare una fonte di energia alternativa e non compromettere il territorio e il suo sviluppo sostenibile”.
Il rischio, in questo momento, è particolarmente grave, visto il deprezzamento di molti terreni agricoli e la tentazione dei poprietari di cedere alle richieste di gruppi industriali di coollocare a terra interi ‘campi fotovoltaici’, pagando affitti per 20 o 30 anni.
Giorgio Musso, sindaco di Castelnuovo don Bosco e di professione segretario comunale, entra nei dettagli: “Le norme esistenti sono ancora lacunose: esiste la legge 387 del 2003 che detta le grandi linee in materia di energie rinnovabili. Ma tocca alle Regioni dare indirizzi precisi e il Piemonte non l’ha ancora fatto, lasciando una sistuazione indefinita che sta creando problemi e polemiche in diverse zone”.
A livello nazionale la situazione è complessa: alcune Regioni hanno varato le norme, poi la Corte Costituzionale ha bloccato per troppi vincoli Puglia e Toscana. I primi focolai di controversie hanno già toccato l’Astigiano: Canelli, Asti, Isola e registrato consigli comunali roventi, da Vinchio è partito con Laurana Lajolo un invito alle disobbedienza civile.
Un indirizzo coerente e organico, in Piemonte, toglierebbe sindaci e consigli comunali dall’imbarazzo: “Noi dell’Astigiano – spiega ancora Musso – abbiamo zone protette dall’Unesco, dobbiamo valorizzare il paesaggio utile, una delle grandi risorse da non compromettere con i campi fotovoltaici nel verde”.
Le alternative non mancano: aree industriali, capannoni, tetti, facciate di nuove costruzioni: qui, secondo il gruppo Noi per Asti, si possono trovare infinite soluzioni per dare un sostanzioso contributo al risparmio energetico senza cambiare pericolosamente il volto pulito della provincia.
L’importante in questo momento, avverte Musso “è non cadere nelle trappole della speculazione, non riconoscere il pericolo – ad esempio – di un’offerta allettante su un terreno non coltivato o di un mutuo vantaggioso soltanto in apparenza, sarà poi la Regione (speriamo), con norme precise a tutelare i Comuni e i cittadini”.
Per arrivare a regole certe e omogenee, è però necessario che i sindaci facciano sentire la loro voce. Per questo, conclude Musso : “Chiediamo loro di inviare le lettere agli uffici di piazza Castello: la nuova Giunta deve fare in fretta, prima che l’incertezza sulle regole crei qualche disastro irreparabile”.