Un premio europeo per il Piano d’Area del Sistema delle Aree protette della Fascia fluviale del Po, il documento-guida su cui negli ultimi vent’anni si è incentrata l’azione di governo del territorio lungo il grande fiume. È questo l’esito della candidatura avanzata dagli Enti di gestione del “Parco del Po” (tratto torinese e tratto vercellese/alessandrino).
Martedì 16 novembre, nell’ambito dell’assemblea annuale dell’European Council of Spatial Planners, alla presenza del prof. Roberto Gambino, coordinatore del Piano che prese le mosse dal Progetto Po varato dalla Regione Piemonte verso la metà degli anni ’80, è stato consegnato il premio, che rappressenta un importante riconoscimento del lavoro svolto in questi anni; in particolare da parte degli Enti di gestione dei 3 tratti (cuneese, torinese e vercellese/alessandrino) del “Parco del Po”, che hanno garantito nel tempo l’applicazione della normativa sulla fascia fluviale.
“Alcuni mesi fa – sottolinea Dario Zocco, direttore del Parco Fluviale del Po e dell’Orba – abbiamo presentato la candidatura all’ECTP-CEU, che riunisce le associazioni di pianificatori territoriali provenienti da tutta Europa, ovvero oltre 24 organizzazioni di 22 paesi europei. Questo premio di eccellenza conferma l’ottimo lavoro che stiamo svolgendo in ambito di tutela, salvaguardia e valorizzazione del territorio. Contestualmente, testimonia la validità di un approccio integrato alla gestione del territorio, che va oltre la semplice zonizzazione di un’area protetta governata dal Piano d’Area. Essa infatti discende dalla visione generale del Progetto Territoriale Operativo “Tutela e valorizzazione del risorse ambientali del Po” (noto come PTO del Po) che consente di andare oltre al concetto di “Parco = vincolo”. Paradossalmente il riconoscimento europeo arriva nel momento in cui le possibili modifiche alla legge sulle aree protette, in discussione in questi giorni in Regione, rischiano di ridimensionare fortemente il Piano d’Area stesso. Speriamo che non sia così”.
Il Piano d’Area rappresenta un importante strumento di dialogo fra gli indirizzi regionali e la loro attuazione a scala locale, con molti esempi che hanno visto l’azione sinergica degli Enti-Parco e dei Comuni. Esempi nei quali virtuosamente si è saputo lavorare non tanto sul non fare interventi, ma soprattutto sul come farli, in rapporto alle loro ricadute paesaggistiche e ambientali.