>> A proposito di antenne telefoniche, di tutela del territorio e della salute dei cittadini

Enrico Cavallero, consigliere comunale di Costigliole pone il problema del proliferare delle antenne telefoniche:

“Tutela del territorio e delle produzioni, bellezze paesaggistiche e salute dei cittadini: se ne torna a parlare ogni volta che un’azienda del settore decide di installare un’antenna telefonica. Di solito, così come è avvenuto a Bionzo di Costigliole, i cittadini ne vengono a conoscenza sempre dopo che i proprietari dei terreni e  degli edifici hanno già accordato la loro collocazione. I contratti vengono redatti con mandatari delle stesse aziende multinazionali del settore che si avvalgono dei migliori consulenti ed esperti.

Nel 2006, per far fronte al dismisurato moltiplicarsi di antenne su tutto il territorio, la Provincia di Asti e la giunta Marmo, con l’Assessore all’ambiente Giorgio Musso, ha stanziato appositi finanziamenti a favore dei Comuni vincolandoli a dotarsi di un piano di localizzazione delle antenne. Questi progetti, poi  valutati uno ad uno anche dalla commissione ambiente da me presieduta, prima della loro approvazione definitiva non indicavano le zone confacenti per il loro posizionamento, ma quelle non idonee: zone ad alta densità abitativa, edifici vincolati dalle sovraintendenze, luoghi di culto, cimiteri, ospedali e case di riposo. Si aggiunga che per la tutela paesaggistica, esiste un apposito piano che fra le altre cose proibisce di edificare  sui crinali delle colline, ivi compresi i tralicci delle antenne.

Sono scelte e strumenti importanti che diventano incidenti e di riferimento poiché unico strumento di tutela del territorio e della salute dei cittadini. Partendo da questi presupposti, è quasi sempre più conveniente cercare il dialogo con queste aziende, piuttosto che  lo scontro. Agire per vie legali non porterebbe alcun risultato, anzi, intraprendere una causa civile vorrebbe dire per le aziende telefoniche   accelerare i tempi, e le antenne verrebbero posizionate ancora prima di iniziare la disputa. Così è successo in passato, quando a nulla sono riuscite ad incidere le dimostranze di cittadini e amministratori che si sono prodigati con lettere, comitati e raccolta di firme, che hanno poi dato il via a denunce e ricorsi anche al Tar e al Consiglio di Stato, con sentenze che hanno sempre visto prevalere le ragioni e gli interessi delle ditte telefoniche.”

 

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