Giovedì 11 ottobre, lungo via Maestra ad Alba, i commenti degli ‘operatori’ del settore: “I turisti spendono meno che in passato. Le elevate temperature del primo periodo d’autunno non aiutano la maturazione delle trifole. I tartufi proposti alla Maddalena sono buoni e ogni mattina vengono controllati da esperti in analisi sensoriale per conto del Centro studi del Tartufo. La quantità è minore e il prezzo resta quello dello scorso anno: si va dai 350 ai 500 euro all’etto. Ma gli acquirenti, alla Maddalena, hanno la possibilità di consultare e comprare, in modo sicuro, un prodotto difficilmente valutabile senza conoscenze specifiche”.
Il doppio rispetto al prezzario, dai 160 ai 250 euro all’etto, delle quotazioni della Camera di commercio di Asti.
Giancarlo Benedetti, presidente della Pro Loco Città di Canelli, che da oltre 25 anni partecipa a tutte le numerose fiere dell’Astigiano, ultima quella di Montiglio del 7 ottobre, ci aggiorna sui prezzi della zona: “La quotazione dei tartufi, secondo la pezzatura media o grande, va dai 100 ai 150 all’etto. Per mancanza di pioggia in estate, il prodotto non è arrivato alla sua giusta e completa maturazione”.
Come la metteremo con gli adempimenti fiscali, visto che non mancheranno i controlli da parte della Forestale e della Finanza? “Semplicemente attenendosi agli adempimenti. Il trifulau abilitato con tesserino per la ricerca non è tenuto alla fatturazione. Invece i commercianti e i ristoratori sono obbligati all’autofattura e devono riportare il nominativo e il numero del tesserino del trifulau, per essere fiscalmente a posto e conoscere la provenienza del prodotto.
Però mi permetta una domanda: “Come faranno certi commercianti a vendere chili di tartufo?”