70 anni fa, la sera dell’8 settembre 1943, la radio diffuse l’annuncio dell’armistizio con gli alleati sottoscritto pochi giorni prima a Cassibile, nella Sicilia occupata, dal governo italiano guidato da Pietro Badoglio. Il Paese precipitò nel caos: il Re ed il Governo abbandonarono Roma, dopo tre anni di guerre di aggressione, l’Italia era divisa, occupata dalle truppe tedesche al centro nord, da quelle alleate al sud. L’esercito, lasciato senza ordini, si sbandò, oltre 600 mila militari vennero catturati e deportati nei campi di internamento in Germania, chi tentò di resistere, come gli uomini della Divisione Acqui a Cefalonia, venne passato per le armi.
Mentre in Italia nasceva la lotta partigiana, la stragrande maggioranza degli internati militari italiani in Germania rifiutò di giurare fedeltà alla Repubblica sociale, preferendo la prigionia alla continuazione della guerra nelle file fasciste: questa resistenza passiva rappresentò oggettivamente un decisivo contributo alla lotta di liberazione. Tra i militari internati, moltissimi non fecero ritorno alle loro case, tra questi 190 ragazzi astigiani.
Dei drammi vissuti in quei giorni si parlerà domenica sera 4 settembre, alle ore 20.45, a Canelli, al Centro Servizi G.B. Giuliani, in un incontro pubblico, dal titolo “70 anni dopo: storie e memorie dell’armistizio. Immagini, ricordi e testimonianze di militari e internati astigiani”, durante una serata organizzata dall’Israt, dal Comune di Canelli e dall’Associazione Memoria Viva, che in questi anni si è impegnata nella raccolta delle memorie della guerra e della lotta di liberazione nella Valle Belbo.
Attraverso immagini di repertorio, interviste, letture di brani di memoriali, i giorni dell’armistizio verranno ricordati con una particolare attenzione dedicata alle esperienze dei militari astigiani che riuscirono a tornare a casa passando attraverso le maglie dei rastrellamenti tedeschi o che sopravvissero alla durissima esperienza dell’internamento in Germania. Ingresso libero.