>> Il Presidente della Cantina Sociale di Canell, interviene a proposito dell’accordo sul Moscato

Da Roma, l’on. Roberto Marmo interviene, come Presidente della Cantina Sociale di Canelli, il 21 luglio,  a proposito dell’accordo 2011 sul Moscato:

“Non posso che essere soddisfatto, come astigiano, come parlamentare, ma soprattutto come presidente di una delle cantine sociali più antiche del Piemonte, dell’approvazione del nuovo disciplinare dell’Asti docg.

Forse si sarebbe potuto fare di più, tuttavia il varo di nuove regole è sempre un buon punto di partenza.

Però la situazione in cui versa il settore del Moscato, al di là del nuovo disciplinare, merita una riflessione seria e ponderata. Non che non ve ne siano state fino ad ora, forse sono state perfino troppe, ma credo che fare il punto della situazione possa risultare utile.

Dunque, a poche settimane dalla vendemmia delle uve moscato ancora non si conoscono rese – benché un’indicazione sia compresa nel nuovo disciplinare – e prezzi per ettaro relativi la raccolta 2011.

L’ultima riunione della commissione paritetica, convocata dall’assessore regionale Claudio Sacchetto, ha portato ad una situazione di stallo con parte industriale e parte agricola distanti anni luce da una ragionevole intesa.

È una condizione che crea gravissimi problemi al settore: se da una parte ci sono i vignaioli che lecitamente chiedono un aumento del prezzo delle loro uve; dall’altra le aziende spumantiere, altrettanto lecitamente, auspicano un aumento della produzione per far fronte alle sempre maggiori richieste di prodotto.

In mezzo a questa situazione si sono incuneate situazioni che con le contrattazioni tra le parti, a mio parere, non hanno nulla a che fare e creano solo attrito, frenando lo sviluppo di uno dei pochi comparti agroalimentari italiani che fanno segnare indici positivi in Italia.

Come presidente di cooperativa vinicola non posso che mettere in guardia sugli effetti negativi di questo stato di stallo del moscato. Già si parla di committenti, soprattutto stranieri, che chiedono forniture di Moscato d’Asti e che, in assenza di dati certi sulla produzione in vigna e nelle cantine, si rinvolgono ad altri mercati, italiani e non italiani.

Credo sia comprensibile a tutti che cosa questo significhi per l’economia del Sud Piemonte che non può permettersi di mancare occasioni commerciali in tempi di crisi come questi.

Sono qui, perciò, a chiedere, che Regione Piemonte, Consorzio Tutela, associazioni e sindacati dei viticoltori, mettano da parte, con senso di responsabilità, ogni diatriba, ogni occasione di scontro sgombrando il campo da ogni vicenda passata che possa in qualche modo compromettere un accordo che va trovato nel più breve tempo possibile.

Ho letto che a giorni la Regione Piemonte convocherà la Commissione paritetica, ma ho letto pure di continui punzecchiamenti tra rappresentati dei vignaioli e Case spumantiere.

Mi auguro che tutto questo finisca con un’iniezione di buon senso da parte di tutti, nel segno di un’unità ritrovata pur nel rispetto delle differenze.

Solo così si potrà dare quella stabilità di reddito e di lavoro di cui ha bisogno un territorio unico al mondo da cui nascono due vini che sono irripetibili e tutti ci invidiano. Precludere questa possibilità, in un momento estremamente favorevole per Asti e Moscato docg, sarebbe davvero imperdonabile.”

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