Brachetto: firmato l’accordo che prevede resa di 36 quintali per ettaro

Francesco Giaquinta«Un accordo in crescita e sviluppo, strutturato in tre anni, raggiunto con la mediazione determinante di Confagricoltura Asti e che dà stabilità e prospettive ad un comparto che ne ha un bisogno vitale», così il direttore di Confagricoltura Asti, Francesco Giaquinta commenta l’approvazione dell’accordo interprofessionale del Brachetto firmato il 9 settembre dopo settimane di discussione tra parte agricola e parte indsustriale e che prevede una resa di 36 quintali per ettaro con possibilità di blocage/deblocage e prezzo delle uve di un euro al chilogrammo senza trattenute.

A sbloccare la situazione è stata la proposta avanzata da Giaquinta di sottoscrivere un accordo triennale (2015/2016/2017), dove le rese per ettaro sono agganciate al prodotto venduto con la possibilità di crescere in base alla quantità del blocage/deblocage realmente utilizzato.«Nella concretezza – spiega Giaquinta – se alla resa di quest’anno, 36 quintali/ettaro, si aggiungeranno 4 quintali dei 20 previsti dal blocage/deblocage, ebbene la resa minima della prossima vendemmia 2016 partirà da 40 quintali/ettaro, cioè dalla resa dell’anno precedente aumentata dalla quota sbloccata di eccedenze a cui si potrà aggiungere un’eventuale quantità di blocage/deblocage sempre relativa ai 20 quintali/ettaro di riserva».

Il direttore di Confagricoltura Asti sottolinea le caratteristiche qualitative del meccanismo che regola l’accordo: «Progettualità, quote che soddisfano le esigenze della parte agricola e di quella industriale e della cooperazione, stabilità del comparto e un reddito agricolo che si attesta, per la vendemmia 2015 già quasi terminata, attorno ai 6 mila euro/ettaro netti (l’uva sarà pagata 1 euro al chilogrammo e non ci saranno trattenute) e che ha possibilità di crescere nel futuro di pari passo con gli incrementi del mercato. Queste sono le basi concrete per un rilancio vero».

«Rappresenta un ottimo punto di partenza – ha dichiarato Giorgio Ferrero assessore regionale all’agricoltura – per riprendere un mercato del vino coerente con la superficie dei vigneti e il disciplinare di produzione».

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