La Carovana Internazionale Antimafie, in viaggio dal 1994 sul territorio nazionale ed ora anche in Europa, quest’anno farà tappa in Piemonte, nei giorni 11, 12 e 13 settembre. Lo comunicano ARCI LIBERA CGIL CISL UIL.
“La Carovana Antimafie – si legge nel comunicato – intende sollecitare l’attenzione dell’opinione pubblica e l’impegno delle istituzioni perché l’idea di legalità si confermi sempre più valore fondante della nostra società e contribuisca a realizzare una comunità sempre più unita, solidale e giusta.
In Provincia di Asti doppio appuntamento, sabato 12 settembre 2015.
· Alle 14 la Carovana arriverà a Moncalvo, in frazione Santa Maria, dove, insieme a tutti gli intervenuti, agli Amministratori Comunali, agli amici di Libera e di Associazione Rinascita, visiterà il bene confiscato alle mafie “Cascina Graziella” , ora un cantiere aperto per il prossimo riuso sociale.
· Poi la Carovana arriverà ad Asti, alle 16, dove in Municipio interverrà all’incontro sul tema “Vino di qualità, prodotto nella legalità”. Insieme ai Sindacati e Parti Datoriali verrà analizzato il vergognoso problema del “lavoro schiavo” nelle nostre ricche e blasonate vigne, prestato da lavoratori in maggioranza provenienti dalle povere periferie europee.
Da oltre vent’anni la Carovana Antimafia sviluppa i temi della legalità democratica, dei diritti, della partecipazione, dell’eguaglianza sociale e della solidarietà rivolgendosi ai territori, attraverso incontri e iniziative in ognuna delle tappe di cui si compone il suo percorso. Ciascuna tappa è l’occasione per sviluppare nuovi punti di vista, saldare le esigenze nazionali con le istanze dei territori, fare luce aspetti inediti o poco conosciuti dei temi affrontati: quest’anno la Carovana Antimafie mette al centro le periferie, per richiamare l’attenzione su questioni sulle quali c’è il silenzio e per sottolineare la necessità di tornare a costruire comunità in territori sempre più disaggregati.
Gli appuntamenti in Provincia di Asti sviluppano due istanze fondamentali per la diffusione di una cultura della legalità nei nostri territori: l’impegno contro le forme di lavoro distorto e per la lotta a favore di un mercato che garantisca diritti certi ai lavoratori qualunque sia la loro provenienza, e il riutilizzo sociale dei beni confiscati come possibilità di costruire diritti, lavoro ed economia ed esempio concreto di contrasto alle mafie, da tempo radicate anche al nord.”