>> Asti e Moscato d’Asti, riunione interprovinciale dei dirigenti e responsabili Cia

Il mercato dell’Asti e del Moscato d’Asti ha dato nel 2010 segnali decisamente positivi ma i buoni (quando non ottimi) risultati commerciali del comparto non sono bastati ad evitare i sommovimenti, di cui si è a lungo trattato nei giorni scorsi sugli organi di informazione, con l’uscita di alcune aziende dal Consorzio di Tutela dell’Asti e la costituzione di nuovi organismi.

Per discutere a fondo di questa paradossale situazione e decidere quali iniziative assumere nei prossimi mesi, la Confederazione italiana agricoltori ha indetto per venerdì 21 gennaio, nella sede di Canelli(At)  in viale Risorgimento, alle 17,30, una riunione interprovinciale dei dirigenti e dei responsabili di settore delle province di Asti, Alessandria e Cuneo (non aperta al pubblico) che, come è noto, sono quelle interessate alla produzione di uva Moscato.

“Le questioni di mercato sono positive – afferma il presidente provinciale e vicepresidente nazionale della Confederazione, Dino Scanavino – a confermare che il sistema vincente è quello che unisce e non quello che divide. Una situazione in cui ogni parte in causa ha sempre avuto garantita la propria dignità e gli agricoltori hanno svolto un ruolo di grande rilevanza, non privo peraltro di significativi sacrifici. Malgrado ciò, oggi si stanno tentando altre strade che non potranno che danneggiare questo sistema”.

Strade che porterebbero ad eliminare il confronto tra le parti? “Non è chiaro quale sia l’obiettivo di chi oggi contesta l’operato del Consorzio di Tutela – prosegue Scanavino – ma credo sia questo il momento in cui affermare che il comparto agricolo, attraverso le sue rappresentanze, abbia pieno diritto ad esprimere la propria opinione ed a pretendere rispetto. In passato abbiamo già assistito a tentativi di fughe in avanti simili a quelle di queste settimane ed è sempre finita con clamorosi e pericolosi fallimenti. Solo con il lavoro coordinato di tutte le parti si può consolidare e incrementare il successo commerciale dell’anno appena concluso”.

Quale strada, dunque, percorrere nei prossimi mesi? “Si rimoduli pure il Consorzio di Tutela sulle recenti norme di legge – conclude il vicepresidente nazionale della Cia – ma sia ben chiaro che non si può derogare alla possibilità di rappresentanza significativa della parte agricola – quella, per intenderci, che davvero produce l’uva – nell’Ente riformato. Altro fatto fondamentale è che non è pensabile che il Tavolo del confronto abbia scenari diversi da quelli della Regione Piemonte.

In questi momenti di difficoltà gestionale del settore, il ruolo delle organizzazioni agricole è fondamentale e non aspetteremo certo di essere “cortesemente” invitati alla contrattazione. Quello è un ruolo che ci spetta di diritto ed a cui non rinunceremo mai, a costo di metterci di traverso”.

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