«Che i canellesi non sempre dimostrino di avere buona memoria – scrive Oscar Bielli – lo si evince, a volte, dai loro comportamenti. Non si spiegherebbero altrimenti certe “resurrezioni laiche” che hanno caratterizzato in un recente passato scelte pubbliche e private.
Potrebbe giovare, pertanto, un breve “ripasso” a proposito della perdurante e dannosa siccità.
Riordinando e rileggendo alcune carte dei miei corposi archivi mi sono imbattuto nei “Pensieri di Pinco”, gustosa critica che la compianta Alba Ghione rivolgeva (Il Canellese del dicembre 1982) alle amministrazioni succedutesi a Canelli, per non aver saputo risolvere il problema delle ricorrenti crisi idriche estive.
Mi pare giusto, pertanto, ricordare ai canellesi che da anni, garanzie ad importanti interventi (1998/2001), anche estati siccitose come l’attuale, non presentino più il desolante spettacolo dell’acqua razionata, dei rubinetti asciutti, delle cisterne nelle piazze e dei sacchetti d’acqua distribuiti agli incroci delle strade.
La carenza idrica procurò notti insonni ai Sindaci e gravi disagi ai cittadini. Passò alla storia la risposta che un Sindaco diede ad un esasperato utente che lamentava la mancanza d’acqua: “….si faccia un pozzo”… la risposta fu: “bell’idea Sindaco ma io abito in un condominio”. Da far impallidire i “biscuit” di Maria Antonietta.
Si rifecero le condotte dell’acquedotto che presentavano perdite superiori al 40% sostituendo gli obsoleti e pericolosi tubi in amianto. Si realizzò l’allacciamento all’acquedotto delle Alpi cuneesi (con relativa vasca di stoccaggio) di concerto con la Regione Piemonte, giungendo alla conseguente soluzione del problema, come i fatti dimostrano.
Si realizzava così quanto promesso, o forse sognato, da almeno tre Sindaci.
Nulla di miracoloso. Semplicemente qualche volta alle parole bisogna far seguire i fatti.
Mentre i cittadini dovrebbero saper apprezzare le cose che hanno, e non comprenderne il valore quando vengono a mancare.
E, ancora, nulla succede per caso. Perché qualche cosa avvenga bisogna fortemente volerlo e perseguire tutte le strade idonee al raggiungimento dell’obbiettivo.
Nella pubblica amministrazione così come nella vita di tutti i giorni.
Pertanto ricordiamo i disagi passati ed impariamo a rispettare un bene prezioso e sempre più raro come l’acqua.»