«Se sei di Canelli – interviene l’ex sindaco Oscar Bielli – non puoi non riconoscerti nella storia di Casa Gancia.
Per noi molto più di una azienda. Che la sentissimo nostra ne è testimonianza il modo in cui ci si rivolgeva ai componenti della famiglia. Sempre per nome, come si fa con un amico. Non vi è famiglia che non abbia avuto al proprio interno una persona che lavorasse “a ca’ di Gancia” come si diceva un tempo.
Donne e uomini in possesso di una minima licenza scolastica venivano assunti e si potevano formare alla scuola di grandi professionisti. I cantinieri erano orgogliosi di raccontare le qualità di quel prodotto che sentivano loro.
Poi la vita ti richiama alla realtà. Quella degli uomini, dei numeri, dei sentimenti che stanno a zero.
Le esequie di Mario Leardi ci hanno confermato che Gancia non è più sinonimo di Canelli.
Era forse inevitabile. Ma non ci si può rassegnare all’idea che una vita dedicata ad una azienda non meriti un manifesto, una presenza, una comunanza nel cordoglio.
Vediamo, in questi giorni, il Castello di Casa Gancia illuminato. Ci dicono per festeggiare la maggior età di una giovane componente la famiglia.
Noi non possiamo dimenticare di esserci da sempre sentiti “di famiglia”. Ci pare pertanto doveroso rivolgere alla giovane Vittoria Gancia i migliori auguri per i suoi diciotto anni.
Nella speranza che sappia quanto quel Castello significhi per tutti noi.»