>> Il Progetto Latte di Maurizio Mortara è giunto in porto

L’associazione Volunteers onlus, di cui è presidente il tecnico radiologo ovadese Maurizio Mortara, continua a realizzare grandi progetti di solidarietà.
L’ultimo è il “Progetto Latte” destinato ai bambini della Costa d’Avorio, giunto in porto con la concreta partecipazione delle scuole delle province di Asti (tra cui il Pellati e l’Artom di Canelli), Alessandria e Genova. Nel piccolo ospedale della città di Anyama, a cento chilometri a sud di Abidjan, diretto da un’italiana, nascono quasi duemila bambini all’anno, ovvero un neonato ogni cinque ore.

«Da una precedente visita – spiega il radiologo – ci eravamo impegnati a garantire all’ospedale la fornitura di notevoli quantitativi di latte in polvere, destinato in particolare ai bimbi nati da mamme sieropositive al virus dell’Aids. È crudele dover pensare che tanti bambini per continuare a vivere debbano far conto sul latte di cui non dispongono. Eppure questo succede ad appena sei ore di aereo da noi».

«Vorrei tanto poter leggere – insiste Mortara – da qualche parte che i ragazzi delle scuole alessandrine e liguri portano il latte ai bambini di un ospedale di uno stato africano in guerra perchè sopravvivano. Sarebbe riconoscere un grande gesto di solidarietà che porta il nome del nostro territorio». Non sarà facile arrivare a destinazione. «I bollettini degli ultimi mesi giunti dai nostri contatti in Costa d’Avorio – chiariscono alla sede di Volunteers – sconsigliavano la partenza. L’ospedale dove Volunteers presta la sua opera umanitaria è stato più volte raggiungibile soltanto attraverso la foresta. Se ci saranno difficoltà seguiremo quella via. Vogliamo mantenere l’impegno che entro l’estate saremmo ritornati portando tutto il latte necessario».

Anche l’Afghanistan è tra i progetti. Nello scorso marzo è stata portata all’Esteqlal Hospital di Kabul una consistente fornitura di sofisticate apparecchiature e strumentazioni biomediche, soprattutto per le sale operatorie e per la diagnostica avanzata. Maurizio Mortara si è intrattenuto per alcuni mesi  in Afghanistan allo scopo di formare personale per l’utilizzo delle apparecchiature. E tra una ventina di giorni vi farà ritorno.

«Il nostro lavoro non consiste solo nel raccogliere fondi e portare a termine i progetti, ma anche garantire a chi rimane ferito gravemente ogni giorno (una media di sette afgani al giorno), un’assistenza sanitaria gratuita e degna di essere chiamata tale. Abbiamo pronte importanti  apparecchiature oftalmiche per l’ospedale di Herat. Appena possibile ritorneremo anche in Afghanistan». Maurizio Mortara volontario speciale e, per il suo coraggio, anche eroe .Come l’associazione da lui fondata, non si ferma mai.

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