Gaia premiata da Legambiente come campione di economia circolare

Si conferma il ruolo di eccellenza piemontese e nazionale dell’azienda simbolo della rinascita astigiana in campo ambientale che, dopo un momento difficile, ha avuto la forza di cambiare paradigma, persone, strategia ed intravvedere nella tutela dell’Ambiente un interesse dai risvolti anche economici.

I rifiuti non sono solo un problema da risolvere ma, se gestiti bene, sono un’opportunità economica (17 milioni di euro di fatturato) e sociale (132 dipendenti) con ricadute positive anche sugli altri comparti (turismo, ricerca, industria, agricoltura).

GAIA discende direttamente dal CSRA (Consorzio Smaltimento Rifiuti Astigiano) che dal 1978 ha gestito rifiuti in provincia di Asti: all’inizio i comuni soci erano tre (Baldichieri, Asti e Tigliole) poi, progressivamente, si sono aggiunti quasi tutti i Comuni del bacino astigiano (115) per un totale di circa 210.000 abitanti.

Completamente rifondato nel 1997 dopo lo scandalo di Vallemanina, in seguito alla L.R. 24/02 del Piemonte, il CSRA nel 2005 si trasformò in due nuove entità, una delle quali è GAIA, società per azioni con il compito di gestire gli impianti di trattamento, recupero e smaltimento rifiuti.

Nel 2004 terminò la costruzione degli impianti che portarono fuori dall’emergenza rifiuti l’astigiano: a San Damiano il compostaggio dei rifiuti organici, ad Asti l’impianto di Valorizzazione-selezione delle raccolte differenziate (plastica, lattine, carta, ingombranti) e l’impianto di Trattamento Meccanico Biologico dei rifiuti indifferenziati, a Cerro Tanaro la discarica per rifiuti non pericolosi. Nel corso degli anni sono state realizzate anche 10 Ecostazioni per intercettare tutte le tipologie di rifiuti urbani (dai RAEE agli sfalci, dal ferro ai pneumatici, dalle batterie dell’auto agli oli esausti…).

Il bacino astigiano, grazie a GAIA, nel corso degli ultimi 15 anni in più occasioni ha aiutato altri territori a uscire dall’emergenza rifiuti. Oggi GAIA lavora oltre 100.000 tonnellate di rifiuti all’anno (24.000 t al compostaggio, 37.000 alla valorizzazione, 40.000 al TMB). Circa 75.000 tonnellate sono prodotte dal bacino astigiano e solo 29.000 tonnellate circa finiscono in discarica (indifferenziati e impurità delle raccolte differenziate) mentre le restanti 46.000 tonnellate (il 62 %) viene recuperato realizzando vera e propria “economia circolare”.

Nel febbraio 2017 Iren Ambiente, aggiudicandosi la gara a doppio oggetto, è entrata nell’azienda pubblica astigiana in qualità di “socio privato operativo industriale” con la maggioranza relativa (45% delle azioni) fino al 2032. L’ingresso non ha modificato la strategia di fondo, basata sulla massima valorizzazione dei rifiuti, ma ha dato ulteriore solidità all’azienda, ponendo le basi per proseguire lo sviluppo nella direzione del massimo recupero. È previsto un piano di investimenti per 44 milioni di Euro con ampliamento degli impianti, miglioramenti tecnologici, produzione di biometano da rifiuti organici, realizzazione di un Centro del Riuso, sempre con l’obiettivo di recuperare il più possibile materiali ed energia presenti negli scarti che un tempo finivano semplicemente (e inutilmente) in discarica.