Verso le ore 13.10, di venerdì 17 giugno, a Calamandrana, una malvivente, entrata all’interno della locale filiale della Banca Popolare di Novara, a pochi passi dal municipio, con casco e pistola, probabilmente giocattolo, si è fatta consegnare dal cassiere il contante presente in cassa, pare circa 5.000 euro, fuggendo subito dopo a bordo di uno scooter.
Sul posto si sono portati i carabinieri di Nizza Monferrato e quelli di Canelli per le indagini e i rilievi del caso.
Un altro colpo in banca è stato messo a segno, nella stessa giornata di venerdì 17 giugno, verso le ore 15, a Villafranca (At), da due rapinatori calabresi, armati di pistole di grosso calibro, calmi e determinati, in una filiale della C.R.At, che sotto la minaccia delle armi, dopo aver legato i presenti, una decina di persone tra impiegati e clienti, con le fascette in plastica da elettricista, rinchiudendoli in uno dei locali, si erano appropriati dei contanti presenti nelle casse. Subito si erano dati a precipitosa fuga a bordo di una Fiat Punto rubata che li attendeva all’esterno, guidata da un complice.
Nel frattempo, però, era scattato il dispositivo dinamico di prevenzione dei reati organizzato dal Comando Provinciale Carabinieri di Asti e sulla zona sono state fatte convergere numerose pattuglie, nonché un elicottero del 1° Elinucleo di Volpiano (To), fino a quando un’autoradio della Compagnia di Villanova d’Asti (At), ha intercettato il veicolo in fuga. Ne è nato un movimentato inseguimento conclusosi in località San Sebastiano di Valfenera (At), quando il conducente del veicolo fuggitivo ha perso il controllo del mezzo che è uscito fuori strada.
Due dei rapinatori sono stati immediatamente ammanettati mentre il terzo è riuscito a darsi alla fuga per i campi, venendo, però, rintracciato poco dopo, nascosto in un fosso, mentre tentava di sottrarsi alla cattura.
A conclusione dell’operazione i carabinieri hanno recuperato l’intero bottino, oltre 20 mila euro, nonché le armi utilizzate dai malviventi, due revolver Smith & Wesson cal. 38, risultati essere tre pregiudicati di origine calabrese, Crucitti Maurizio, 1964, Pateri Ettore, 1957, e Liporace Cotroneo Giorgio, 1960, tutti residenti nell’hinterland torinese.