Dopo il “Deferred, rivedibile” con cui inizia il corposo articolo di Gazzetta d’Alba (pag. 6/7 del n.20 del 15 maggio), sempre puntuale e precisa sulle cose, non solo albesi, in merito all’incontro dei delegati del World heritage committee che venerdì 29 giugno a San Pietroburgo saranno chiamati a votare sull’inserimento dei Paesaggi vitivinicoli di Langhe – Roero – Monferrato nella lista mondiale dei beni tutelati dall’Unesco, si prende atto della concreta possibilità di rinvio della candidatura di Langhe Roero e Monferrato a patrimonio dell’umanità.
Dalla trentina di pagine stilate dalla International council on monuments and sites (si possono anche leggere sul sito Unesco) emerge che «il vitigno Nebbiolo e i vini Barolo e Barbaresco sono molto convincenti», mentre «deve essere meglio giustificato il modo in cui ognuna delle zone scelte contribuisca a dare l’eccezionale valore universale all’insieme».
Come a dire che, salvate le zone del Barolo e Barbaresco, quelle del Moscato devono dimostrare l’unicità del prodotto che, si legge, «è presente in forme genetiche molto vicine in tutto il bacino del Mediterraneo», fino a dire che la zona di Loazzolo «sperimenta difficoltà dovute ai terrazzamenti su cui la meccanizzazione è difficile».
Pare quindi che la candidatura sia stata ritenuta frammentata perché basata sull’estetica delle vigne e che non siano state bene amalgamate ‘le cantine’ che pure hanno contribuito e contribuiscono alla storia e allo sviluppo della viticultura.
Per Roberto Cerrato, presidente dell’Associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato che promuove la candidatura: «Il riconoscimento del valore universale eccezionale non era scontato e lo abbiamo ottenuto. Andremo a San Pietroburgo ancora più battaglieri per provare a convincere i delegati della commissione. Comunque non va dimenticato che anche le Dolomiti e e i monumenti longobardi sono stati differiti e sottoposti a più di una valutazione segno che l’interesse dell’Unesco per la nostra candidatura c’è».
Annalisa Conti, responsabile del progetto Unesco per la Provincia di Asti, sentita martedì 15, ha correttamente rimandato ad una lettura più approfondita e collegiale (Regione e le tre Province coinvolte) della relazione dei tecnici e preparare subito una strategia da adottare per ottenere il riconoscimento ufficiale, magari nel 2013.