L’appello di Conti per salvare la tomba dello studioso Arnaldo Strucchi

Nel cimitero di Canelli riposa il dott. Arnaldo Strucchi. Un personaggio che, con i suoi studi e le sue ricerche, molto ha dato all’enologia italiana. Nel centenario della sua morte, l’enologo Ugo Conti, così, mirabilmente, lo ricorda:

«Nel periodo di novembre è doverosa consuetudine visitare i cimiteri per ricordare i propri cari, gli amici, le persone che non ci sono più, che abbiamo conosciuto in vita.

Esiste anche un dovere di memoria per quelle persone vissute prima che hanno lasciato opere importanti a beneficio della collettività.

Nel cimitero di Canelli riposa un grande, grandissimo personaggio che molto ha dato all’enologia con i suoi studi e le sue ricerche, il dott. Arnaldo Strucchi.

Sulla sua lapide, ormai sbiadita e consumata, è scritto:

“Qui riposa Arnaldo Strucchi. fidente della bontà infinita e nell’ideale del bene visse modestissimo in una incessante opera di amore e di giustizia affidando il suo nome a egregie opere di scienza e a fervide prove di devozione alla patria alla famiglia agli amici agli umili nato Castelnuovo nei monti 6 gennaio 1853, morto Canelli 3 aprile 1913”.

Ogni volta che entro in quel luogo per far visita ai miei familiari defunti, mi sento in obbligo di una visita alla tomba del grande ricercatore-enologo dott. Strucchi. Purtroppo l’interno si trova in stato di abbandono.

Da informazioni recentemente avute, esistono eredi che probabilmente appartengono anche a generazioni di parentela lontana che risiedono, forse, anche lontani da Canelli.

Quest’anno è stato deposto un grande vaso di crisantemi (sembra da pia persona legata all’Azienda dove Strucchi ha “donato” la sua scienza) e un caro amico, Gino Roveta, come tutti gli anni, si è preoccupato della pulizia; ma la tomba, tra le più belle del cimitero (in stile gotico), necessita urgentemente di lavori di ristrutturazione e risanamento interno, tra i quali riportare in evidenza la lapide che ricorda la sua esistenza.

Credo che tutti abbiamo il dovere della memoria nel conservare il ricordo delle sue opere che – con il prof. Mensio – hanno aperto fondamentali conoscenze scientifiche nel settore della spumantistica ed in particolare proprio sul Moscato d’Asti e sull’Asti presso la Ditta o Casa Gancia.

Mi rivolgo quindi: alla nuova proprietà dell’Azienda, che mi pare sia sensibile anche a questi aspetti, al Presidente dell’Associazione Enologi Enotecnici Italiani (AEEI) sezione Piemonte, il collega Enologo Piergiorgio Cane, che, guarda caso, è anche il Direttore Tecnico proprio della nuova Azienda Gancia, mi rivolgo al Sindaco ed alla Amministrazione Comunale di Canelli affinché questa tomba, che conserva le spoglie di uno scienziato non sia così dimenticata, ma sistemata per mantenere alta la memoria di una persona che, in vita, ha lavorato anche per noi».