La diciannovesima edizione dell’Assedio, tra incertezze meteorologiche, organizzative ed economiche, sarà ricordata come l’ultima? O la manifestazione sarà soltanto ridimensionata per ridurre le spese di gestione da parte del Comune? Oppure sarà riproposta con cadenza biennale o addirittura quinquennale (praticamente ogni mandato amministrativo)?
E si fanno i conti per dimostrare la bontà di queste proposte. Costa infatti circa 150 mila euro l’anno la promozione della manifestazione e degli eventi correlati, ma bisogna fare i conti con i tagli imposti dal Governo agli enti locali (al Comune di Canelli sono venuti meno in tutto 270mila euro dallo Stato).
Ma per la manifestazione sono a disposizione, oltre ai fondi elargiti da privati e da fondazioni, quelli regionali che potrebbero aumentare grazie alla legge che valorizza le rievocazioni storiche, come precisa Sergio Bobbio, ideatore della rievocazione storica e dirigente dell’Ufficio Manifestazioni. Ma Bobbio, che per tanti anni si è occupato con molta competenza dell’organizzazione della manifestazione, dal prossimo autunno andrà in pensione.
Tra quelli che non vogliono rinunciare alla manifestazione c’è chi propone di eliminare le voci più consistenti della spesa, come l’installazione della grandiosa Porta di Carlo Leva che costerebbe circa 10mila euro, lo spettacolare incendio al Castello, i fuochi d’artificio o di ridurre l’area urbana della rievocazione…
Intanto anche questa edizione, nonostante sia stata messa a dura prova pure dalle condizioni meteorologiche e dai Campionati Mondiali di Calcio in onda domenica alle 16 (con la partita Italia-Nuova Zelanda), è riuscita a richiamare turisti e curiosi dall’Italia e dall’estero che credono più di noi nella sua originalità e valenza.
La battaglia campale sui prati del Castello Gancia, pur ridotta nella durata e nella consistenza di pubblico, ha conosciuto quest’anno una insolita coreografia sotto la pioggia scrosciante, ma non ha scoraggiato i protagonisti che hanno interpretato con determinazione, fino alla fine, il loro copione.
Tra quelli che continuano a testimoniare con la loro presenza il gradimento della rievocazione c’è il gruppo del Camper Club La Granda che, guidato da Piero Marenco (da novembre nuovo presidente), anche quest’anno, ha dato il proprio apporto alla messa in scena dell’evento con i suoi figuranti, inaugurando il loro nuovo stendardo.
Certamente la decisione di accettare soltanto testoni è stata sabotata dai commercianti delle bancarelle dislocate nel centro storico, che non si sono affrettati neanche a ritirare il gruzzolo in testoni preparato dagli organizzatori, in mucchietti da 5 e da 10, per poter dare il resto agli avventori. E l’euro l’ha fatta da padrone, accettato di buon grado dagli uni e dagli altri. E’ piaciuto invece il ‘picciuolo’, ovvero la brocca in vetro e in terracotta per le degustazioni.
La crisi ha evidentemente ‘messo le mani nelle tasche’ dei turisti che, per la maggior parte, hanno optato per la friciula o per altri ‘cibi da passeggio’, rinunciando ai piatti di taverne e osterie.
Se la rievocazione continuerà, bisognerà però eliminare certe evidenti ‘stonature’, a partire dai brani musicali scelti come commento sonoro della rievocazione. E creare altre occasioni di gioco e di confronto come la Carra, che anche quest’anno ha avuto il suo successo di spettatori, vinta ancora una volta, con spirito ed ironia, dalla squadra macedone con i colori di Moasca.
Comunque sia, le foto ricordo tramanderanno ai posteri i volti sorridenti dei nostri amministratori nei loro costumi secenteschi, dal sindaco Marco Gabusi, all’assessore alle manifestazioni Aldo Gai, all’assessore Paolo Gandolfo, al consigliere Roberto Marmo, all’onorevole Maria Teresa Armosino, agli assessori provinciali Annalisa Conti e Pierfranco Ferraris, all’assessore regionale al bilancio Giovanna Quaglia, al consigliere regionale Rosanna Valle, ecc.