La visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, giovedì 23 maggio, nella giornata che ha commemorato Giovanni Goria, statista astigiano scomparso trent’anni fa, è stata l’occasione per Asti, il territorio provinciale e i cittadini di essere al centro della ribalta nazionale, di ritrovare quel senso di unità, di comunità che spesso l’ha contraddistinta in occasione di eventi straordinari, quali la visita di Papa Francesco, della Presidente del Consiglio in carica e adesso del Capo dello Stato. Nel ricordo degli astigiani ci sono le visite di altri due capi di Stato, Oscar Luigi Scalfaro e di Carlo Azeglio Ciampi.
La giornata del presidente Mattarella ha avuto il suo momento centrale nell’incontro a teatro Alfieri coordinato dal giornalista Carlo Cerrato, segretario generale della Fondazione Goria, dal titolo “Giovanni Goria, trent’anni dopo”. La regia è stata impeccabile sono state ripercorse le tappe principali della vita dello statista, toccati aspetti noti a volte anche inediti e intimi, quali l’amore l’attaccamento alla famiglia, alla moglie Eugenia, presente in sala con i figli Marco e Paola.
Quattro gli aspetti della sua personalità che lo hanno contraddistinto e sono stati tracciati in maniera narrativa da quattro relatori invitati che lo conobbero e collaborarono durante i suoi mandati da parlamentare europeo, da sottosegretario e ministro e da presidente del Consiglio. Nell’ordine Gianna Martinengo, informatica tecnologia umanista e compagna di scuola di Goria (Goria innovatore e pioniere informatico); Innocenzo Cipolletta (l’economia e la finanza), Franco Pizzetti, costituzionalista e docente universitario (strenuo difensore della Costituzione), Bruno Tabacci (Goria politico).
Ad aprire la mattinata il sindaco Maurizio Rasero che ha portato i saluti della città e del territorio nel duplice ruolo di presidente della Provincia. “Emozione, vicinanza, calore, mia personale e dei cittadini astigiani per il presidente della Repubblica – ha detto – la più alta carica dello Stato, che questo territorio ha l’onore di accogliere in visita per commemorare un suo illustre concittadino Giovanni Goria. Il più giovane presidente del Consiglio della storia repubblicana, politico fine, intelligente, capace di spiegare in maniera semplice alla portata di tutti concetti complessi. Presidente Mattarella grazie per il suo impegno nel difendere la Costituzione e i valori accomunati da Goria durante il suo mandato prima da ministro poi da presidente del Consiglio. Oggi ricorre l’anniversario della strage di Capaci, evento tragico simbolo della lotta alla mafia, del giudice Falcone e della sua scorta morti per difendere la giustizia e la legalità. Asti e la sua provincia -ha aggiunto, ha tante cose belle da offrire, è la terra che ha dato i natali al poeta e drammaturgo Vittorio Alfieri, ha una storia millenaria con reperti archeologici e testimonianze artistiche custodite nella rete dei musei, annovera alcuni importanti Santi Sociali, ed oggi è riconosciuta dall’Unesco quale patrimonio vitivinicolo da tutelare. Una Provincia che nel 1997 ricevette dal presidente Scalfaro la medaglia d’oro al valore militare per la Resistenza e che oggi – ha concluso- chiede di essere riconosciuta nuovamente un ente centrale con un proprio ruolo, con consultazioni elettorali affidate ai cittadini, indispensabile intermediaria nei rapporti fra i 118 Comuni e la Regione”.
Dopo di lui è toccato ad un emozionato Marco Goria descrivere il rapporto con suo padre. “era un padre affettuoso e di grande sensibilità, stava insieme a noi in tutti i momenti che non era chiamato ad assolvere ai suoi ruoli pubblici, da politico ha sempre lavorato per il bene del Paese e per gli altri. Non ci trasferimmo a Roma in quanto voleva che rimanessimo in questa terra astigiana che amava. Da studente universitario trascorsi dei periodi nella mansarda a Roma dove ci incontravamo per dialogare. Riconosco a mio padre una grande capacità tecnica e intelligenza nel leggere l’evoluzione dell’economia e rispondere ai cambiamenti e bisogni sociali, sensibilità che lo avevano portato a legare con personalità quali don Ciotti e Padre Eligio, impegnati nell’aiuto dei sofferenti. Attaccato ai principi della Costituzione aveva per la Carta un rispetto sacrale”.
A seguire i ricordi Gianna Martinengo che ha ricordato l’amico Goria “quale promotore della carta del cittadino pensata per semplificare la vita dei cittadini e migliorare il rapporto con lo Stato. Attento e innovatore nelle tecnologie credeva nell’inclusione digitale per consentire a tutti, in particolare ai più deboli di avvicinarsi all’informatica e ai computer. Trent’anni fa, per cosi dire con grande lungimiranza, aveva ipotizzato e avviato quel processo di cui si parla oggi, la transizione digitale
Innocenzo Cipolletta è convinto nel “metodo Goria” che portò avanti quanto era responsabile del dicastero del Tesoro ma anche da presidente del Consiglio. Consisteva nel ridurre l’evasione fiscale e la pressione dell’inflazione per aiutare le fasce più deboli della società. “Era una persona concreta – ha detto l’economista – aveva una capacità e intuizione tecnica per l’economia e la finanza che stupiva tutti, riusciva a spiegare a tutti con concetti semplici cose complesse”.
Franco Pizzetti: Giovanni Goria era un difensore della Costituzione che la considerava viva e vitale nel tempo. All’epoca diceva che la Carta sarebbe rimasta valida anche dopo quarant’anni. “La sua non era una posizione retorica – ha detto il costituzionalista – ma frutto di una profonda riflessione maturata grazie anche alle amicizie che coltivava, fra cui c’è anche lei Signor Presidente”.
A concludere l’intervento dell’amico Bruno Tabacci: “ancora oggi Gianni è una figura di riferimento per molti politici, ebbe un ruolo da protagonista e durante la sua brillante e repentina ascesa politica ebbi modo di conoscerlo e in più occasioni di collaborare nella stesura di bilanci e relazioni”.
Accolto dagli applausi e dall’inno di Mameli è salito sul palco del teatro Alfieri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha ringraziato i famigliari, la moglie, figli e nipoti per la loro presenza. Lo ha ricordato nel discorso che pronunciò da presidente del Consiglio per il 40° anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione; “a mio avviso – ha detto Mattarella – uno dei suoi interventi di più grande significato”. Quelli che, talvolta, venivano indicati come punti di debolezza, sono, a giudizio di Goria, punti di forza, tanto da affermare: “questa non è solo la Costituzione del nostro passato, ma anche quella del nostro futuro”. Da qui l’invito a rispettare sempre la carta fondamentale dello Stato; Goria – ha concluso Mattarella “nutriva un rispetto sacrale per la Costituzione, per le sue istituzioni, che si coniugava con la consapevolezza della fatica della democrazia, che non si esaurisce in un giorno, in un gesto, in un atto ma, per vivere, ha bisogno sempre che i cittadini partecipino”.
Lasciato il teatro la visita di Mattarella ad Asti ha avuto altri tre momenti significativi: l’incontro con i bambini e i cittadini fuori dalla sala e in piazza Alfieri, la visita alla nuova sede della Fondazione Goria che raccoglie scritti e testimonianze della sua vita politica; la visita infine a palazzo Alfieri per un incontro con i dirigenti e il personale e un breve itinerario fra le teche che raccolgono manoscritti e cimeli alfieriani fra i quali il volume pergamenato recentemente acquisito dalla fondazione che chiarisce in maniera inedita il suo pensiero politico. Giorgio Garrone