Quindici organizzazioni, rappresentanti le diverse realtà associative, si sono riunite lunedì 7 luglio, nella sede di Coldiretti Asti per dar vita al Coordinamento Provinciale dell’Astigiano per la Riforma del Catasto. Replicando quanto già avvenuto a livello nazionale, il coordinamento organizzerà un piano d’azione con la raccolta dei dati inerenti valori e canoni del triennio 2011-2013 necessari alla messa a punto del nuovo sistema.
La nuova aggregazione si adopererà inoltre per l’elaborazione di proposte per un’equa attuazione della riforma catastale. Le organizzazioni partecipanti al progetto (che interessa tutti i settori dell’economia) sono: Abi, Ance, Ania, Casartigiani, Cia, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Confedilizia, Confesercenti, Confindustria, Consiglio nazionale del notariato e Fiaip.
La revisione del Catasto dei fabbricati porterà ad attribuire a ciascuna unità immobiliare un valore patrimoniale e una rendita. A tal fine si procederà a determinare il valore patrimoniale medio ordinario e la rendita media ordinaria delle unità immobiliari. In questo quadro, le quindici organizzazioni di categoria hanno deciso di effettuare, in modo coordinato e capillare, un monitoraggio sui valori di compravendita e sui canoni di locazione delle unità immobiliari e a tal fine si attiveranno, anche a livello territoriale, per la raccolta di dati che potranno poi essere confrontati con i valori e i redditi (rendite) dell’Agenzia delle entrate.
“Lo svolgimento di un’azione comune e coordinata delle associazioni – sottolinea Pierluigi Musso, responsabile del Coordinamento – consentirà di condividere e utilizzare tutte le informazioni, conoscenze ed esperienze che ciascuna organizzazione possiede in relazione al singolo settore di propria competenza. Si approderà così sicuramente all’acquisizione di una consistente e qualificata mole di dati e documentazione per ogni possibile tipologia di immobile oggetto della revisione catastale (abitazioni, uffici, studi, negozi, botteghe artigianali, laboratori, magazzini, opifici industriali, ecc.) e con la più ampia varietà di distinzioni possibili (per zona, stato conservativo dell’immobile, etc.), così da consentire l’elaborazione di proposte per la revisione del sistema estimativo di tutte le unità immobiliari, a destinazione sia ordinaria che speciale”. I componenti del coordinamento presenti all’incontro hanno immediatamente evidenziato, per il territorio provinciale, la necessità di procedere con urgenza alla ridefinizione delle microzone “OMI” in quanto non rispondenti alla realtà territoriale e di conseguenza non utilizzabili come zone censuarie nell’applicazione della riforma catastale.