Martedì 6 ottobre ha avuto luogo l’incontro ad Asti dell’Anci con i sindaci del Sud Piemonte. L’Associazione metterà a disposizione i legali e si accollerà il 50 per cento delle spese per il ricorso al Tar contro Poste Italiane per il discusso provvedimento di consegna della corrispondenza a giorni alterni. E’ la decisione dei Comuni che hanno partecipato martedì 6 ottobre, in Provincia ad Asti, all’incontro indetto dall’Anci Piemonte. Sessantacinque i centri dell’Astigiano, Alessandrino e Cuneese rappresentati dai sindaci, alcuni dei quali intervenuti a nome delle Unioni di Comuni.
“Siamo determinati – ha sottolineato Andrea Ballarè, presidente di Anci Piemonte – a opporci al provvedimento, deciso senza mai interfacciarsi con i sindaci e preoccuparsi delle ricadute sui cittadini. E siamo a vostra disposizione per fare fronte comune, trovando insieme una soluzione”.
In apertura dei lavori Gianluca Forno, vice presidente e coordinatore regionale dei piccoli Comuni per l’Anci, aveva chiarito che il servizio postale a giorni alterni è confermato per la corrispondenza e già attuato da alcuni giorni per una prima fascia dei 90 comuni del Sud Piemonte coinvolti. Il rinvio a fine anno riguarda invece la consegna di giornali e riviste.
Numerosi i sindaci intervenuti per denunciare il progressivo taglio dei servizi nei territori rurali, soprattutto nei piccoli centri: “In alcune situazioni l’ufficio postale rappresenta ormai l’unico presidio” ha ricordato Dimitri Tasso, sindaco di Montiglio Monferrato e coordinatore nazionale Anci Unioni di Comuni. Tutti i primi cittadini che hanno preso la parola hanno ribadito: “I servizi fondamentali non si tagliano, vanno garantiti allo stesso modo perché non ci possono essere paesi e cittadini di serie B”.
Alla platea gli avvocati Paolo Scaparone e Jacopo Gendre, consulenti dell’Anci, hanno illustrato le due opzioni per opporsi al provvedimento. “Per il ricorso al Tar del Lazio – ha chiarito Scaparone – c’è tempo fino al 19 ottobre, mentre per quello straordinario al Presidente della Repubblica la scadenza è fissata al 23 ottobre”. I legali ravvisano nel piano di Poste Italiane numerosi elementi di illegittimità. “Quello postale – ha spiegato il professor Scaparone – è considerato un servizio universale e come tale deve rispettare il principio della doverosità e continuità: vale a dire, essere accessibile a tutti e prestato in modo continuativo”.
E’ stato anche sottolineato che “l’Autorità Garante delle Comunicazioni, come tutte le autorità indipendenti gode per legge di libertà considerevoli, ma è vincolata a far sorgere le norme attraverso il confronto con i soggetti interessati”.
Sulla base delle indicazioni dei legali, i Comuni hanno deciso l’opposizione dinanzi al Tar. “Al Tribunale amministrativo – aveva spiegato poco prima Scaparone – si ha un contraddittorio reale con la controparte ed è possibile presentare memorie. Ed è pensabile, in questo nostro caso specifico, di arrivare a sentenza nei primissimi mesi del 2016. Il ricorso al Capo dello Stato, invece, non prevede udienze per la discussione del ricorso: l’istruttoria è demandata al ministero di competenza e il Presidente della Repubblica si limita ad apporre la firma sul parere espresso dalla sezione consultiva del Consiglio di Stato”.
Ai Comuni, con bilanci economici sempre più ristretti, la rassicurazione di Ballarè: “L’Anci parteciperà al 50 per cento delle spese legali”.
I prossimi passi: i Comuni dovranno deliberare l’opposizione al piano di Poste Italiane. L’Anci invierà loro, in questi giorni, una bozza dell’atto e, per facilitare la raccolta delle firme che i sindaci dovranno apporre al ricorso, organizzerà un incontro in ciascuna delle tre province interessate. Il tutto in un ristretto arco di tempo: mancano meno di due settimane al 19 ottobre.
Nella foto: da sinistra gli avvocati Gendre e Scaparone, il presidente di Anci Piemonte Ballarè e il vice Forno