Don Albino Bazzano, parroco di Sassello (Diocesi di Acqui) e della beata Chiara Luce Badano si racconta.
Dal 1 febbraio 1978 è parroco di Sassello (1.765 abitanti d’inverno, 7/8 mila d’estate, 450 m s.l.m.), tra Piemonte e Liguria, diocesi di Acqui, provincia di Savona. Parliamo di don Albino Bazzano, 85 anni molto ben portati, prete dal 1948. Viceparroco, ha collaborato con le parrocchie di Cairo Montenotte e Canelli, per poi governare la parrocchia di San Marzano Oliveto (At) e, dal 1978, quella di Sassello, dove si avvale della collaborazione di don Gian Paolo Pizzorno, preposto, in particolare, alla cura della Casa di riposo.
Ricco di saggezza e cultura fatta di esperienza, di libri e di tanti contatti umani. Vivace ed arguto, si esprime sempre con linguaggio appropriato e corretto, “nel rispetto di chi ascolta”. A parlare con lui, c’è sempre qualcosa da imparare.
“Dopo la mia grande passione e il rispetto per la Parola e il catechismo – racconta – la cosa di cui ho sempre tenuto conto in parrocchia sono i tetti delle chiese e le tante opere d’arte in esse racchiuse”.
Nel concentrico, ha restaurato completamente le tre chiese maggiori (SS. Trinità, San Giovanni Battista e Immacolata), oltre la chiesa succursale di S. Bernardo Abate, nella frazione di Palo e le numerose cappelle campestri. Nel 2007 ha restaurato la facciata della chiesa dell’Immacolata concezione e, nel 2008, il tetto della chiesa di San Rocco e ripristinato il campanile della chiesa dell’Immacolata.
Tutte chiese ricche di opere d’arte come quella del Cristo morto, opera del Maragliano, o il quadro fiammingo del 1602, regalato da sassellesi, al ritorno dall’Olanda, alla chiesa di San Bernardo nella frazione di Palo.
Nell’estate del 2009, ha vissuto una bella esperienza. Con un tecnico e alcuni volontari ha lavato e pulito le gocce dei 25 grossi lampadari settecenteschi della chiesa della SS. Trinità: “Un bel lavoro, poco costoso, alla riscoperta dei rapporti umani, in tanta serenità”.
Come sia possibile far fronte al costo di così tanti lavori, lo spiega lui stesso: “Vivo spartanamente. Mi faccio da mangiare, anche solo pane e formaggio, senza spendere. Ho tanti amici, che mi vengono a trovare anche dall’estero. Per me, stare in loro compagnia è un vero regalo”. Ed è con loro che si permette un bicchiere di buon vino, di cui è intenditore. “Io che, da 32 anni a Sassello, da solo, non ne ho mai bevuto neanche un goccio”.
In parrocchia è sempre circondato da persone che lo aiutano in tutto. Un gruppo di donne cura la biancheria, tiene pulite le tre chiese del paese e le numerose cappelle campestri; un gruppo di uomini provvede alla manutenzione.
Ma la sua attività, ovviamente, non si limita alle ristrutturazioni di chiese ed opere d’arte. “Tutto questo deve servire al recupero del valore primario ed assoluto della vita e dei valori profondi della gente, dei giovani, in particolare.
A Sassello ho un ‘figlio’, il mio asilo, che fino a poco tempo fa era solo un rudere ed è diventato un gioiello”.
Senza dimenticare la ‘Sala della comunità’, una ex chiesa, con 296 posti a sedere, dotata di tutte le strumentazioni più aggiornate, la sala cinematografica, l’Oratorio e il bel campo sportivo. Opere realizzate grazie anche alla carità dei fedeli e alla remunerazione dell’Istituto Centrale Sostentamento Clero.
Parlando della vita e della recentissima beatificazione della diciannovenne sassellese Chiara Luce Badano, don Albino si commuove. Accenna al suo carattere vivace, gioviale, sereno, alla sua partecipazione al catechismo e ricorda l’ultima sua Messa (11 agosto1990 – Chiara morirà il 7 ottobre), celebrata nella camera preparata da Chiara stessa e accompagnata dai canti delle sue compagne: “In mezzo a noi si sentiva e toccava Dio”.
La sua storia, semplice ma esemplare, è paradigmatica di quella di molti altri sacerdoti della Diocesi di Acqui il cui impegno merita di essere apprezzato e sostenuto anche con l’8 x 1000.