Già nel 1988, gli alunni della seconda C della Media di Canelli, capitanati da Ulisse Bemer (nipote del ‘Nuto’ pavesiano), scrivevano a L’Ancora: «Avremmo un’idea da suggerire, anche se tutta da approfondire…
Per cambiare qualcosa, bisogna affrontare i problemi dell’intera valle Belbo e non solo di Canelli, S. Stefano, Calamandrana o Nizza, separatamente. Un territorio lungo 15-20 chilometri sulle sponde del Belbo che interessa una popolazione di circa 50/60.000 persone che dovrebbero essere coinvolte ed ‘inventarsi’ il proprio domani.
Il territorio potrebbe prendere il nome di “Castenica Belbo”, acronimo di Canelli – S. Stefano – Nizza – Calamandrana».
L’articolo con incredibile acutezza e visione realistica del territorio (sembra scritto ieri mattina e non 22 anni fa), così proseguiva:
«… Numerose le modifiche: innanzitutto, S. Stefano Belbo dovrebbe passare alla provincia di Asti, cosa abbastanza logica dal momento che dista da Cuneo un’ora e mezza di auto, mentre Asti è a mezz’ora…».
L’articolo suggerisce una serie di iniziative da portare avanti per l’intera valle: un’unica discarica, raccolta differenziata, ampliamento delle aree verdi e giardini, allacciamento con l’acquedotto delle Alpi, «un solo ospedale a Calamandrana (testuale!), ben collegato con la valle Bormida astigiana, attraverso una bretella per Cassinasco, agganciata alla nuova circonvallazione di Nizza e alla statale S. Stefano – Nizza che dovrebbe essere affiancata da una pista ciclabile; la ferrovia potrebbe collegare S. Stefano – Nizza con frequenti navette; un solo grande centro sportivo, in zona S. Caterina a Canelli (Stadio, piscina…), mentre impianti sportivi meno impegnativi dovrebbero essere dislocati nelle varie zone; a S. Stefano un museo della Storia della Valle Belbo ed una fornitissima biblioteca; le nuove zone di insediamento dovrebbero essere collegate con servizi fatti passare attraverso un unico tunnel sotterraneo; un recupero dei centri storici; i viali esclusivamente per i pedoni; parcheggi sotterranei; per il turismo occorrerebbero campeggi, hotel, residence, maneggi, percorsi verdi…»
Addirittura gli alunni sognavano la costruzione di uno sbarramento sul torrente, nella zona di Rocchetta Belbo, (se ci fosse stato sarebbe arrivata ugualmente la disastrosa alluvione del 1994?) «in modo da formare un lago che, oltre a regolare le piene del Belbo sia utile come attrazione turistica e sportiva (vela, barche a remi, pesca)».
Gli alunni della seconda C, chiedevano a tutti gli abitanti della valle di «unirsi ed accordarsi per avere ciò di cui abbiamo bisogno».
Gli alunni, che a dicembre 1988 frequentavano la 3ª C, furono premiati con la prima ‘Ancora d’argento’.