Più agenti e maggiore sicurezza: queste le richieste che la Giunta Bresso deve sostenere presso l’Amministrazione Penitenziara, per risolvere le sempre più urgenti problematiche del carcere di Asti.
Lo chiede un ordine del giorno presentato a palazzo Lascaris dalla vicepresidente del Consiglio regionale, Mariangela Cotto (Pdl) dopo l’appello lanciato dalle segreterie provinciali del comparto sicurezza, che hanno denunciato un clima di forte tensione a causa della presenza di detenuti indagati per terrorismo islamico.
“Che la struttura astigiana – spiega Cotto – vada verso l’implosione non è più un mistero: al sovraffollamento, si aggiungono una cronica carenza di agenti di polizia penitenziaria e la riduzione degli educatori. Ma la presenza di terroristi islamici che, secondo i sindacati, alimentano un clima di tensione con atteggiamenti provocatori e soprusi, rischia ora di compromettere davvero la situazione. La Regione non può assistere in silenzio, ma verificare il disagio in cui, ogni giorno, anche il personale di custodia è chiamato a svolgere il proprio lavoro”.
La vicepresidente ribadisce che “il carcere di Asti non è un istituto di massima sicurezza, per cui i terroristi islamici non dovrebbero essere tradotti. Se poi il personale è carente e la struttura non è adeguata, perché priva di strumenti tecnologici, si mette anche a rischio l’incolumità degli operatori. Credo pertanto che, oltre all’attenzione che deve restare alta sulle condizioni dei detenuti, non si debba dimenticare che spesso chi sta fuori dalle sbarre vive situazioni anche peggiori. Già tempo fa ho sollecitato la Giunta Bresso, di fronte all’inopportuna presenza di detenuti mafiosi “sradicati” dalle loro terre nel carcere di Asti. Davanti a un’altra emergenza, mi chiedo cosa aspetta ad affrontare la realtà”.