Dal 24 al 30 giugno 2015, Asti ospiterà la 37^ edizione di AstiTeatro che affida la direzione artistica a Pippo Delbono. Il nuovo corso è stata annunciato nella scorsa edizione di AstiTeatro dal progetto Io con gli altri – Incontri tra artisti: aspettando il festival che verrà prologo alle edizioni 2015 e 2016 della rassegna piemontese.
«Quando ho accettato di dirigere il festival di Asti – dichiara Delbono – ho pensato innanzitutto al bisogno di fare qualcosa per aprire la visione del teatro: un incontro tra esseri umani, come diceva Bergman, e basta. Per questo ho chiesto a degli amici che operano in arti diverse, quali il teatro, la danza, la musica, il cinema, l’arte contemporanea, la politica, di sostenere questa idea di festival.
Una drammaturgia per i colti e gli incolti, una drammaturgia che possa parlare anche agli immigrati, agli zingari, agli esclusi dai luoghi sacri della cultura. Una drammaturgia di questo tempo moderno ma vecchio, che ha perso l’antico, questo tempo ancora così buio, stantio, fermo, bisognoso più che mai di una rivolta artistica».
Una rivolta artistica che può avvenire soltanto attraverso la messa in atto di tre parole – che Delbono ha voluto come titolo della prima edizione del “suo” Festival – e che esprimono l’unico modo possibile per fare ancora arte: passione, amore, fede.
Non una vetrina in cui gli artisti esibiscano le loro ultime creazioni, ma un luogo libero e aperto in cui gli artisti possano incontrarsi per riflettere, condividere, ascoltare, insieme al pubblico.
L’artista ligure ha attuato una “chiamata” – ben espressa dall’immagine che l’artista Guido Lotti ha ideato per il Festival – cui hanno risposto moltissimi artisti provenienti da tutto il mondo: musicisti, attori, danzatori, fotografi, registi – in una voluta fusione delle diverse arti – e ha individuato due filoni molto forti e precisi intorno cui si snoda il Festival: i profughi e le donne forti, intense, la cui personalità ha segnato il campo in cui agiscono: da Giulia Lazzarini a Letizia Battaglia, Olga De Soto, Teresa Larraga.
Il 24 giugno si inaugura Ma mère et les autres, prima mostra/performance di Pippo Delbono, presentata a La maison rouge di Parigi nel settembre 2014 e che arriva ad Asti in prima nazionale. Una visita guidata – per quaranta persone alla volta – attraverso un labirinto di tende di plastica, schermi, musica e video. Un poema per tutte le madri. Un viaggio in cui l’artista conduce i visitatori nel grembo di sua madre e di tutte le madri.
Un altro viaggio e un’altra donna straordinaria, la fotografa polacca Monika Bulaj con i suoi incredibili reportage di popoli nomadi, migranti, intoccabili, diseredati, in Asia, Europa e Africa (da giovedì 25 giugno, Cascina del Racconto)
Giovedì 25 giugno, porterà la sua voce François Koltès, fratello del drammaturgo Bernard Marie Koltès: architetto e documentarista, lavora in Africa da oltre venti anni ed è il fondatore dell’associazione Direct Action Sahel (Associazione per la Ricerca e la diffusione di acqua in Africa occidentale); vive tra Parigi, Ortigia e l’Africa e da Ortigia ha espresso in una toccante lettera scritta a Delbono (e che Delbono ha letto pubblicamente lo scorso anno ad Ortigia film Festival) l’orrore e l’insensatezza dei barconi che ogni giorno vomitano corpi, facendo da macabro contrappunto alla bellezza, i colori, i profumi dell’isola…
Dal Belgio arriva in Prima nazionale uno spettacolo preziosissimo: Débords. Réflexions sur La Table Verte della coreografa Olga De Soto (venerdì 26 giugno, Teatro Alfieri). Il lavoro della danzatrice e coreografa spagnola – stabilitasi a Bruxelles nel 1990 – crea una storia della danza contemporanea –. partendo dallo studio di un’opera essenziale nella storia della danza, Le table verte creata nel 1932 dal coreografo tedesco Kurt Jooss – maestro di Pina Bausch – (di cui vengono mostrate immagini inedite) – nel periodo turbolento tra le due guerre nel momento di ascesa del nazionalsocialismo in Germania.
Letizia Battaglia, fotografa e fotoreporter palermitana i cui scatti della «Sicilia delle stragi» – il bambino con la pistola, Giovanni Falcone ai funerali di Carlo Dalla Chiesa sono parte indelebile della memoria collettiva – porterà ad Asti due mostre: Gli invincibili – allestita da venerdì 26 giugno – omaggi-decoupage ai grandi spiriti liberi del mondo, da Pasolini a Freud, al Gesù del Michelangelo diciassettenne, Marguerite Yourcenar o Joyce, Pina Bausch e Pasolini alla casa della madre – allestita da sabato 27 giugno – con le straordinarie fotografie che la fotografa siciliana scattò a Pasolini nel novembre del 1972. E al grande intellettuale è dedicato La rabbia uno degli spettacoli cult di Pippo Delbono, che si avvale della partecipazione di un’attrice d’eccezione: Vladimir Luxuria (sabato 27 giugno).
In quali termini possiamo parlare di identità, appartenenza e radici, oggi, negli anni 10 del ventunesimo secolo? Glen Çaçi, giovane coreografo italo-albanese, decide di affrontare queste e altre questioni, sabato 27 giugno, al Teatro Alfieri, in KK. I’m a kommunist kid attraversando da neo-cittadino europeo le sue radici albanesi insieme al fratello Olger, anche lui emigrato in Europa negli anni ’90, da oltre sedici anni assente dall’Albania, ma tuttora in attesa della cittadinanza spagnola. Entrambi, da condizioni e punti di vista diversi, si confrontano in scena con i propri ricordi dell’Albania, un’Albania pre-globalizzazione vissuta durante l’infanzia e l’adolescenza.
Sempre sabato 27 giugno, al Battistero di San Pietro, le Voci Nomadi gruppo vocale nato dall’incontro del canto a Tenore Sardo col canto difonico della Mongolia: due popoli, che appartengono alla medesima storia universale, ultimi testimoni di un passato in cui l’uomo sapeva vivere in simbiosi con la natura.
La poliedrica artista spagnola, ma svizzera d’adozione Teresa Larraga, accompagnata dal musicista e compositore Evan Métral con il suo concerto – spettacolo Boleros, condurrà lo spettatore nell’universo musicale del ” Bolero” latino; una proposta teatrale divertente e poetica per fare sognare piccoli e grandi (domenica 28 giugno, Cascina del Racconto);
Non mancherà uno sguardo alla drammaturgia contemporanea, di cui Astiteatro è stato sin dagli esordi tempio indiscusso, con due spettacoli dei registi Salvino Raco e Igor Pison
Salvino Raco mette in scena Anna Politkovskaja in memoriam dello svedese Lars Norén; fra i più autorevoli drammaturghi contemporanei, Norén rende omaggio ad Anna Politkovskaja con un testo crudo nei contenuti e nel linguaggio: una storia di amara emarginazione e di feroce violenza sui più deboli, donne e minori. .
Domenica 28 giugno inaugurerà anche la sezione dedicata al cinema (Sala Pastrone – Teatro Alfieri) che propone due film-documento. Il primo Il grande silenzio di Philip Gröning è il risultato di metri e metri di pellicola girati dal regista durante i suoi quattro mesi di permanenza presso il monastero della Grande Chartreuse, sulle Alpi francesi (circa a 30 km da Grenoble), Il grande silenzio è un’opera trasversale nel panorama del cinema contemporaneo occidentale. Si tratta di uno dei pochi casi in cui l’occhio del regista e quello dello spettatore registrano le stesse sensazioni, hanno gli stessi dubbi, cercano le stesse vie di fuga; per quasi tre ore si ascolta il silenzio e l’attenzione cede al fascino dell’immagine e si lascia condurre lungo i corridoi del monastero a seguire la quotidianità dei padri.
Igor Pison, 33 anni, triestino di nascita ma di cultura slovena e formazione tedesca crea un visionario allestimento di Rosso Venerdì di Roberto Cavosi, spettacolo prodotto dal Teatro Stabile di Trieste e presentato ad Asti in prima nazionale lunedì 29 giugno sul palco del Teatro Alfieri;
Lunedì 29 giugno il Festival ospita un grande evento: Dervisci Rotanti – Galata Mevlevi Ensemble. I dervisci rotanti Galata Mevlevi Ensemble del Maestro Sheik Nail Kesova sono stati dichiarati dall’Unesco “Patrimonio culturale dell’umanità”: essi rappresentano ormai il simbolo del misticismo orientale, che ha origine nel XIII secolo circa. Il loro spettacolo – suddiviso in 7 parti – è molto intenso emotivamente e spiritualmente e cattura il pubblico lasciandolo senza fiato: vestiti di una tunica bianca come un sudario, un copricapo che richiama le pietre tombali dei paesi musulmani, le braccia aperte verso il cielo e lo sguardo rivolto al cuore, diversi uomini danzano piroettando e girando intorno al loro maestro.
Martedì 30 giugno calerà il sipario sulla 37^ edizione del Festival con un evento in cui cinema e teatro si fonderanno: circa venti profughi del Centro astigiano saranno i protagonisti della prima tappa del nuovo lavoro cinematografico e teatrale di Pippo Delbono sul Vangelo. Il pubblico sarà chiamato ad assistere ma anche a partecipare..
Informazioni e prenotazioni: 0141/399057//040 – Mobile: +39 3207916810