Agriturist Piemonte: aumentano le presenze straniere, ma calano quelle italiane

Tanti stranieri, soprattutto dal Nord Europa, pochi italiani, tenuti a casa dal maltempo e soprattutto dalla crisi economica, e forti perplessità sulle sconcertanti carenze di promozione turistica sulle attrattive astigiane e piemontesi, sito Unesco in testa.

E’ questa l’analisi della “campagna di Ferragosto” degli agriturismo astigiani che fanno parte di Agriturist, la prima associazione italiana che, sotto l’’ombrello di Confagricoltura, raggruppa le strutture di turismo verde in Italia.

La presidente, Nicoletta Candelo, titolare di un agriturismo nel Sud Astigiano, conferma l’analisi di colleghi e operatori. Dice: «Chi ha una clientela italiana segna il passo, chi lavora con clienti stranieri va meglio. Colpa della crisi che picchia duro sul bilancio delle famiglie italiane». Ma c’è anche il capitolo della promozione che manca: «È vero – ammette Candelo -. Nella mia struttura, in questi giorni, ho ospitato un gruppo di turisti tedeschi. Nessuno di loro sapeva che i nostri paesaggi vitivinicoli sono diventati patrimonio dell’Umanità. Forse è troppo presto, tuttavia mi chiedo come mai ancora non ci sia materiale che illustri questo riconoscimento e le aree e i percorsi da proporre ai turisti. È vero che siamo Unesco da poco più di un mese, ma almeno qualche striscione che indichi il territorio Patrimonio dell’Umanità andava fatto». Candelo pone l’accento anche sullo stato di salute dei vigneti riconosciuti dall’Unesco, «Che sono – dice – parte integrante delle attrattive di molti agriturismo astigiani. – e spiega – la Flavescenza dorata, è una fitopatologia che sta distruggendo molte vigne. Allo stato non sembra esserci una soluzione. Credo sia un argomento su cui riflettere»

Identiche indicazioni arrivano dagli imprenditori agrituristici sul territorio.

Alessandro Balla dell’agriturismo Sette Colli, 5 camere a Ferrere, conferma l’andamento negativo della clientela italiana: «Noi abbiamo quasi esclusivamente ospiti italiani. Quest’anno ad agosto abbiamo lavorato la metà dello scorso anno. La colpa? Crisi economica e andamento climatico altalenante».

Tenuta Polledro, in frazione Serravalle di Asti e la Casa in Collina a Sant’Antonio di Canelli hanno in prevalenza clientela straniera e confermano, al contrario, il trend positivo.

Bruno Avidano (Tenuta Polledro) è categorico: «Oggi i turisti stranieri la fanno da padroni. In queste settimane abbiamo avuto sempre ospiti non italiani in 4 delle 5 camere che mettiamo a disposizione. Arrivano soprattutto dal Nord Europa e cercano buon cibo, ottimi vini, città d’arte ed escursioni in campagna. Esattamente quello che il Piemonte è in grado di offrire. Unesco? Gli stranieri non sanno che siamo ad un tiro di schioppo dall’area Patrimonio dell’Umanità. Lo diciamo noi, indicando percorsi e cose da vedere, anche perché non c’è ancora materiale promozionale in merito».

Anche per Giancarlo Amerio, della Casa in Collina di Canelli, il turismo degli stranieri è l’unico mercato in crescita: «Da anni l’80% della mia clientela viene da fuori Italia» afferma e aggiunge ombre alla carenza di promozione turistica del Piemonte: «I miei ospiti dal Nord Europa, Svezia, Danimarca, Olanda, Belgio, non conoscono Torino o, meglio, la conoscono di nome, ma non sanno che cosa c’è da vedere. Non sanno che c’è il secondo museo egizio del mondo dopo quello del Cairo, che c’è il museo dell’Automobile, la Sacra Sindone, la Reggia di Venaria che gareggia con Versailles. Quanto alle Cattedrali storiche di Canelli che sono pietra d’angolo dei paesaggi vitivinicoli Patrimonio dell’Umanità tutelati dall’Unesco, nessuno ne sa nulla. Lo segnaliamo noi e, confermo, non c’è ancora materiale».

Insomma in ambito agrituristico e di valorizzazione del territorio c’è ancora molto da fare. Gli imprenditori stanno facendo la loro parte. Istituzioni e enti turistici sono avvertiti.

Intanto su base regionale arrivano i primi risultati. Dice Fiorella Riminato, direttore di Agriturist Piemonte: «La stagione sembra essere andata bene. Le strutture hanno fatto segnare un aumento di presenze. Segno che, nelle province che si sono già attrezzate, l’effetto Unesco comincia già a farsi sentire».

,