
Con il progetto BAart l’edificio, sede negli ultimi anni di alcuni eventi, a cominciare dal Barbera Fish Festival, ma chiuso per buona parte dell’anno, sarà gestito dall’associazione Barbera Agliano e aprirà le sue porte ai cittadini e ai turisti in maniera continuativa, diventando luogo di creatività, punto di riferimento per la valorizzazione del paese e fulcro dello sviluppo culturale dell’intera comunità, ottimo esempio di sinergia fra pubblico e privato.
BAart intende essere un luogo di cultura nel centro di Agliano e contemporaneamente una porta che si apre sulle colline che circondano il borgo, dove i vignaioli diventano artisti che disegnano il paesaggio in perfetto equilibrio con la natura. La loro arte sarà raccontata ai visitatori attraverso un’esperienza multimediale ed emozionale, grazie a videoinstallazioni le cui immagini sono scandite dal ritmo delle stagioni, dai suoni e dai rumori della natura, accompagnati dai gesti e dalle tradizioni che vengono tramandati di generazione in generazione. Non mancherà la parte dedicata alle degustazioni delle Barbere dei produttori di Agliano. Il lavoro in vigna e la Barbera d’Asti saranno protagonisti anche di un docufilm e di un video realizzati con il supporto del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato.
Grazie a una rete di collaborazioni, BAart ospiterà anche esperienze artistiche che arricchiranno il programma degli eventi organizzati dall’associazione Barbera Agliano: mostre, installazioni audio e video, concerti e performing live che coinvolgeranno artisti contemporanei. Grazie alla buona relazione con la Norvegia, nata dal’esperienza del Barbera Fish Festival, si prevede di invitare anche artisti norvegesi.
Situato nel centro storico in piazza San Giacomo, l’edificio, conosciuto anche come Chiesa dei Battuti, era di proprietà della Confraternita omonima (dei Battuti). Fu costruito fra gli ultimi anni del Seicento e primi del Settecento, in parte con materiale di recupero della Chiesa di San Pietro che si trovava nel recinto del castello, anch’esso distrutto. Ottimo è il campanile, di bella fattura barocca e discretamente conservato. Sulla facciata principale è presente un affresco che raffigura San Michele, che è stato oggetto di un recente restauro. Gli interni della chiesa, invece, sono stati oggetto di restauro alla fine degli anni Novanta.
Fino alla fine dell’Ottocento e anche nel primo decennio del Novecento, la chiesa era punto di riferimento per la comunità e per le attività locali. In particolare, in tempo di vendemmia, sui suoi gradoni si radunavano coloro che si offrivano per partecipare alla raccolta dell’uva e che venivano assoldati dai proprietari di cascine in cerca di manodopera.